Sisma 1980: la Regione “libera” gli ultimi fondi per la ricostruzione

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Novantadue milioni impegnati, 67 dei quali gia’ disponibili. 39 anni dopo il sisma che colpi’ la provincia di Avellino e la Campania, è questa l’ultima e probabilmente conclusiva “coda” della ricostruzione post sisma che la struttura regionale diretta da Roberta Santaniello, ha destinato ad opere approvate e previste, ma mai cominciate, di comuni e privati cittadini aventi diritto. Le risorse, provenienti da fondi residui, sono state rese disponibili grazie al comitato Post sisma, del quale fanno parte anche i sindaci, introdotto da una legge regionale che ha consentito la semplificazione e la velocizzazione delle procedure burocratiche. I costi complessivi della ricostruzione e del processo di industrializzazione che ha riguardato Campania, Basilicata e Puglia sono quelli contabilizzati nel 2012 dalla Commissione tecnica insediata presso il Mit: 29 miliardi di euro, meno della meta’ dei quali destinati alla provincia di Avellino. La ricostruzione venne rese piu’ costosa dall’allargamento dell’area del terremoto che nelle tre regioni venne estesa dagli iniziali 280 a 687 comuni, l’8,5% dei comuni italiani. In Campania, la stessa cifra utilizzata per la ricostruzione della provincia di Avellino, 14 mila miliardi di lire, venne appostata nel capitolo Ottavo della Legge 219 per l’edilizia residenziale della citta’ di Napoli. Nelle aree industriali insediate nell’area del “cratere” con il piano della cosiddetta “industria in montagna”, dove attualmente lavorano oltre 4 mila addetti, non mancano riferimenti produttivi di assoluta eccellenza europea e mondiale nei comparti aerospaziale con la Ema-Rolls Royce a Morra De Sanctis, e agroalimentare con la Zuegg e la Ferrero a San Mango sul Calore e Sant’Angelo dei Lombardi.