Sir William Hamilton, un viaggio nella Napoli illuministica della seconda metà del Settecento

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La mostra “Sir William e Lady Hamilton”, inaugurata alle Gallerie d’Italia a Napoli il 25 ottobre 2024 ed aperta al pubblico fino al 2 marzo 2025, ripercorre la vita del diplomatico inglese nel periodo del suo soggiorno partenopeo.

L’esposizione curata da Francesco Leone e Fernando Mazzocca, rievoca gli oltre trent’anni passati presso la corte di Ferdinando IV di Borbone da Sir William Hamilton, ”Inviato Straordinario di Sua Maestà Britannica” a Napoli. È possibile ammirare più di 70 opere tra dipinti, ceramiche, sculture e manufatti provenienti da prestigiose collezioni italiane ed estere. Hamilton non è stato solo un diplomatico attivo nella vita culturale e politica napoletana ma anche un antiquario, vulcanologo ed estimatore della pittura di paesaggio e del collezionismo: la raccolta di vasi greci poi venduta al British Museum e la collezione di pittura antica dimostrano la grande passione di Hamilton per l’arte e la bellezza.

Grande esteta, egli commissionò decine di dipinti ad artisti napoletani e stranieri che hanno segnato un nuovo ciclo per la pittura di paesaggio europea. Le vedute su Napoli di Pietro Fabris, Giovanni Battista Lusieri, Thomas Jones e Jhon Robert Cozens testimoniano la creazione di una nuova concezione della pittura en plein air, antesignana quella Ottocentesca. La pittura paesaggistica settecentesca rimanda a quella linearità accademica dei contorni e all’uso marcato degli olii sulla tela: come cartoline, le vedute si esprimono nell’eleganza delle forme di ambientazioni naturali con grandi sfondi che diventano protagonisti dei dipinti regalando al fruitore quell’atmosfera lirica e pittoresca. Non mancano, in esposizione, i ritratti dell’ambasciatore che evocano nella figura di Hamilton l’uomo di mondo elegante e gradito a tutti. Si ammira, lungo il percorso visivo, il ritratto commissionato a Joshua Reynolds nel 1776 destinato anch’esso al British Museum: Sir William è raffigurato su una poltrona nella sua residenza napoletana ove mostra il volume contenente le riproduzioni degli amati vasi greci, sullo sfondo il Vesuvio, simbolo della città partenopea.

Nel 1791 Hamilton sposa Emma Lyon, figura che diverrà leggendaria per le sue attitudes diventando musa di numerosi pittori dell’epoca come Romney, Heinrich, Tischbein. In mostra il grande quadro di George Romney intitolato Emma Hart come “filatrice”,1785 ed il successivo Emma Hart come Circe,1782. Nella seconda metà del Settecento il Vesuvio si risveglia portando l’ambasciatore britannico ad intraprendere osservazioni accurate tra i Campi Flegrei, le Eolie e l’Etna; la mostra ci restituisce un dipinto del Vesuvio in eruzione di Joseph Wright Derby, pittore inglese che in quel periodo raffigurerà il contrasto suggestivo tra le emissioni di lava ed il chiarore della luna sullo sfondo delle isole del golfo di Napoli. Esposti anche i ritratti di Angelica Kauffman che ritraggono la famiglia reale, molto vicina a Sir William e Lady Emma Hamilton. La caccia, passione che ha unito l’ambasciatore inglese a Ferdinando IV è uno dei temi che ricorre nel dipinto di Tischbein Caccia al cinghiale a Persano,1793: l’immagine del re con la corte nella sua tenuta sancisce un ritratto della Napoli Ancien Regime che di lì a poco sarebbe svanita, spazzata via dai venti della Rivoluzione.