Sicurezza, bellezza e tolleranza. Turismo, le carte vincenti della Tunisia

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Simbolo qual è del turismo balneare, Djerba ospita non senza sorpresa uno dei più significativi luoghi che la cultura religiosa di questo scorcio di millennio possa restituirci: la più antica sinagoga d’Africa. Archi e colonne color del Mediterraneo, lampadari sinuosi, pareti impreziosite di maioliche ed ex voto e, in grembo, una delle più preziose Torah del mondo ebraico, la sinagoga di El Ghriba è ogni anno meta di pellegrini che in occasione della festa del Lag Ba’omer, 33 giorni dopo la Pasqua ebraica, riunisce per due giorni la comunità ebraica di tutto il Maghreb. E non solo, molti pellegrini arrivano da Israele, Francia, Germania e Stati Uniti.

DSC 0410Corrosi dallo spettro del terrore e dalla logica dello scontro religioni, le celebrazioni di El Ghrib, tenute quest’anno il 25 e il 26 maggio, sono la testimonianza di un piccolo miracolo. Vivere e condividere anche solo per poche ore una festa ebraica nel cuore di un paese musulmano esprime infatti come meglio non si potrebbe, per dirla con Emmanuel Levinas, “il compenetrarsi storico tra ebrei, musulmani e cristiani”. Tre religioni accomunate “dal precetto di dare la parola all’altro”.
E tale precetto rappresenta oggi, nonostante tutto, la cifra della Tunisia: nonostante le tragiche ferite inferte dalle stragi jihadiste del Museo del Bardo e del resort turistico di Sousse; nonostante l’attentato al qaedista del 2002 proprio a Djerba nel corso delle celebrazioni di Lag Ba’omer. Una carica di violenza cui lo stato “più europeo” d’Africa sta rispondendo con la forza e la testa.
Innanzitutto la testa. “La nostra – evidenzia il ministro del Turismo Salma Elloumi Rekik in visita alla Ghriba – è una storia che si nutre di tolleranza e rispetto tra popoli e religioni. Non ci lasceremo condizionare dal terrore, il nostro impegno nel solco della tolleranza e della condivisione delle culture e delle religioni era e rimane prioritario”. Che non si tratti di parole di circostanza lo conferma, tanto per fare un esempio, la costituzione nel 2014 da parte del ministero tunisino degli Affari religiosi di un fondo a sostegno della sinagoga di El Ghriba, che i 1500 ebrei della comunità djerbina non riuscirebbero altrimenti a mantenere.
Poi la forza. Esercito a presidio con i confini libici, innalzamento degli standard di sicurezza in aeroporti e hotel, strade e luoghi strategici sotto costante e (necessariamente) pressante controllo, la Tunisia è oggi più sicura che mai. E in particolare Djerba, che oltre alle ridotte dimensioni territoriali ha il vantaggio di essere un isola. “Certamente la situazione in Libia – spiega ancora la ministra Salma Elloumi Rekik – non ci aiuta, ma le nostre frontiere sono impermeabili a qualunque tentativo di infiltrazione. Non c’è nessun problema di sicurezza in Tunisia e a ulteriore garanzia di cittadini e turisti abbiamo appena redatto un manuale di prevenzione e sicurezza insieme a alla Germania che presto verrà diffuso in tutti gli hotel, i caffè e in tutte le strutture turistiche del Paese. Chi non rispetterà le norme dovrà chiudere l’esercizio”.

“Cieli aperti”, presto l’intesa con l’Europa
IMG 0818A fronte di una flessione assai dura sul fronte turistico di provenienza europea (nei primi otto mesi del 2015 il numero dei turisti europei, che equivale al 75% delle entrate turistiche, ha subito una contrazione del 48,2%, pari ad una perdita netta di 1 milione di turisti) è ovvio che la prima cosa da fare è ripristinare fiducia, migliorare i sevizi e diversificare l’offerta. Attualmente sono nove gli aeroporti internazionali che permettono l’accesso diretto alle principali regioni turistiche, con trasferimenti di breve durata: Djerba (che da sola rappresenta il 23 per cento capacità ricettiva del Paese), Enfida, Gabes, Gafsa, Monastir, Sfax, Tabarka, Tozeur e ovviamente Tunisi. Quanto a ricettività gli hotel sono 856 hotel per un totale di 241.000 posti letto. A rendere inoltre più vantaggiosa la scelta di una meta tunisina è la politica adottata da Tunisair Italia, che a partire da giugno metterà a disposizione dei tour operator dei voli charter in modo da poter offrire viaggi e visite a prezzi ancor più competitivi.
Oltre che dall’Italia potrebbero presto arrivare segnali positivi anche dall’Europa. Sempre secondo un’“indiscrezione” del ministro Salma Elloumi Rekik entro la fine dell’anno potrebbe essere siglato l’accordo “cieli aperti” (Open Skies) tra la Tunisia e l’Europa. Le trattative, secondo il ministro, sarebbero a buon punto e l’intesa dovrebbe essere formalizzata entro la fine del 2016 o durante il mese di gennaio 2017. Una scelta dettata dai fatti, ovvero dagli oggettivi sforzi in direzione della sicurezza e compiuti dalle autorità tunisine.

Non solo Djerba
Oltre alla “perla” della Tunisia, il paese nordafricano può vantare molte altre destinazioni principalmente balneari. Tra le località più famose, in particolare, situata a nord-est della Tunisia si trova Hammamet, che grazie alle sue spiagge bianche, un’ampia scelta tra hotel e resort e una cittadina molto carina e ricca di negozi, è frequentata durante tutto l’anno dai turisti.
Più a sud si troverà Monastir, dalla quale si possono vedere all’orizzonte due isolette, Sidi El Gadamsi e Lostaniah, e l’arcipelago delle Isole Kurlate, una bellissima riserva naturale. In questa località il bellissimo mare e le ampie spiagge di sabbia fine non sono le uniche attrazioni per i turisti. Ci sono, infatti, i bastioni della medina, la moschea e il ribat (monastero-fortezza). Tra Hammamet e Monastir si trova Port El Kantaoui, paradiso per i golfisti e meta di barche a vela provenienti da tutto il mondo.