Roma, 27 gen. (askanews) – “Oggi, 27 gennaio, ricordiamo le vittime della Shoah. Un capitolo terribile, tragico e devastante che ha segnato la storia del Novecento ma che, anche in questo secolo e in tutti quelli a venire, non potremo e non dovremo mai dimenticare. Perché coltivare, come diceva Primo Levi, scrittore torinese a me caro, deportato ad Auschwitz e da quel luogo di morte fortunosamente scampato, ‘il vizio della memoria’, è il solo modo che abbiamo per combattere il male”. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che si trova a Gedda per incontri istituzionali e per l’ultima tappa della nave Vespucci.
“Ieri, durante la seconda guerra mondiale, quel male si è tradotto nello sterminio, scientifico e sistematico, di sei milioni di persone, la cui sola colpa era quella di appartenere al popolo e alla religione ebraica. Oggi – ha aggiunto Crosetto – echi di quella immane tragedia, si vedono in tanti popoli e nazioni i cui diritti vengono calpestati e vilipesi. Ricordare è il solo, l’unico modo, che tutti noi abbiamo, in qualità di semplici esseri umani, prima ancora che di persone impegnate in responsabilità istituzionali, affinché quella tragedia disumana e quella terribile ferita al cuore dell’umanità, non possa e non debba mai più ripetersi”.
“Ma il Giorno della Memoria non è solo un momento per il ricordo – ha sottolineato Croseto – è un invito a riflettere sui valori della pace, del diritto dei popoli e degli stati, della libertà e della dignità umana. Principi e valori che dobbiamo difendere ogni giorno, come se fosse la nostra ultima, definitiva, battaglia. In un mondo sempre più sofferente e angosciato da guerre, conflitti e divisioni, è fondamentale ricordare che la libertà dei popoli e delle nazioni non é mai un fatto scontato. Ma una realtà e una verità che va conquistata, e riconquistata, ogni giorno. La vita, la libertà, i diritti costituzionali di ogni uomo, a partire dal suo diritto fondamentale, l’habeas corpus, il rispetto reciproco, rappresentano la nostra ‘religione laica’. Diritti e doveri che, per tutti noi, sono cruciali, definitivi, irrinunciabili. E non possiamo mai darli per scontati. Non possiamo permettere che i nostri figli considerino la pace, la democrazia, la libertà, come dati di fatto acquisiti solo perché, grazie al sacrificio dei nostri anziani, dei nostri nonni, di tante generazioni che, prima di noi, sono morti e hanno sofferto per ristabilire la libertà, la democrazia, il diritto, non hanno sofferto la guerra, la morte, il dolore, le privazioni. Ecco perché non dobbiamo mai perdere la memoria, ma anzi, coltivarla ogni giorno, e onorare chi è caduto anche per noi. Il nostro compito, quello di nani sulle spalle di giganti, è uno solo: insegnare l’impegno, il sacrificio e la responsabilità alle nuove generazioni”.
“La guerra in Ucraina, la crisi in Medio Oriente e la tregua – ancora fragile – a Gaza, sono tragedie che dobbiamo sentire, ogni giorno, sulla nostra pelle, come se fossero tutte nostre. Tragedie – ha aggiunto il ministro della Difesa – che ci chiedono interventi urgenti, coerenti e approcci condivisi con chi vive questi conflitti e drammi sulla sua pelle. A tutti i reduci, i sopravvissuti e i testimoni della Shoah va, oggi, come ogni giorno, il mio commosso e partecipe pensiero. Ecco perché, proprio a causa del drammatico contesto in cui viviamo, l’Italia – anche grazie al contributo della Difesa – continua a impegnarsi per la pace, per la cooperazione internazionale e per il pieno rispetto dei diritti umani. Sono, siamo consapevoli, tutti noi, militari e civili, che nessuna nazione può affrontare le sfide che ci attendono da sola”.
“Personalmente, oggi vivo con profonda e intensa partecipazione e commozione questa giornata così importante, a bordo dell’Amerigo Vespucci. Una nave della nostra Marina Militare, che è il nostro vanto e il nostro orgoglio. Si tratta di un veliero, “la nave più bella del Mondo”, che nel suo lungo e straordinario giro di intorno al mondo, si è resa, ogni giorno, ambasciatrice dei valori italiani, della nostra cultura, storia, tradizione, umanità. Un pezzo di Italia che, ancor prima di rientrare in Mediterraneo, quest’anno ha unito, nel suo viaggio, 5 continenti, 30 paesi e 35 porti. Un veliero, una nave e un messaggio che voleva e vuole ‘unire’ tutti i popoli e le nazioni, non dividerli. E’ questo l’approccio dell’Italia e della Difesa: costruire i presupposti per scoraggiare chi vuol dividere e, allo stesso tempo, unire, collegare, creare ponti. A maggior ragione, proprio oggi – nel Giorno della Memoria – rinnoviamo il nostro impegno non solo per noi stessi, ma per tutte le generazioni future. La memoria, il ricordo, la storia, anche la più luttuosa e drammatica, ci obbligano a non dimenticare mai che la pace, la libertà e la giustizia sono diritti che devono essere continuamente conquistati e difesi. Perché noi, come italiani e come Italia, non vogliamo e non dobbiamo dimenticare”, ha concluso Crosetto.