Shanghai in caduta libera, perso un altro 6%

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Continua la discesa della Borsa di Shanghai che oggi ha perso un ulteriore 6% nonostante le contromosse messe in atto dalle autorità di Pechino per frenare l’ondata di panic selling. Lo Shanghai Composite Index ha chiuso le contrattazioni in flessione del 5,9% a quota 3.507 punti, sui minimi da marzo, e le vendite hanno fatto capolino con decisione anche sulla Borsa di Hong Kong con un calo giornaliero di quasi l’8%. Il rischio bolla in Cina ha comportato forti vendite anche in Giappone con il Nikkei protagonista della peggior seduta da marzo trainato al ribasso dai titoli delle società nipponiche maggiormente esposte sulla Cina. I timori legati allo scoppio della bolla speculativa cinese si fanno sentire anche sulle società italiane maggiormente esposte sul mercato cinese. In particolare le big italiane del lusso. A Piazza Affari spicca il calo di oltre il 3% a 24,16 euro di Salvatore Ferragamo, che in Cina registra una quota tra il 20% e il 25% del proprio fatturato. Esposizione corposa anche per Tod’s che cede l’1,7% in Borsa e Moncler (-1,2%). Dal 12 giugno scorso lo Shanghai Composite ha registrato un saldo negativo di oltre il 32%. Hong Kong nello stesso periodo ha lasciato sul terreno oltre il 15%. La verità, come hanno sottolineato diversi analisti, è che l’azionario cinese ha raggiunto valutazioni eccessive in questi ultimi 12 mesi, con quotazioni che si sono gonfiate di oltre il 150%. Le azioni del mercato continentale cinese hanno raggiunto multipli pari a 85 volte gli utili, maggiori rispetto a quelle raggiunte nel picco dell’ottobre 2007, prima del crac di Lehman Brothers.

Borse asiatiche

Le Borse cinesi sono tornate a segnare significative perdite dopo la seduta in altalena di lunedì, nonostante gli interventi annunciati nel weekend per sostenere l’azionario. Il sell-off, però, non ha condizionato l’intera regione dell’Asia-Pacific e Tokyo e Sydney hanno registrato significativi recuperi. Lunedì lo Shanghai Composite aveva chiuso in progresso del 2,4% dopo essere passato da un massimo intraday del 7,8% a una perdita dello 0,9% sui timori per la crisi greca che si erano sovrapposti all’iniezione di liquidità promessa dalla People’s Bank of China, alla sospensione di decine di Ipo e al supporto dei principali broker cinesi che si sono impegnati ad acquistare azioni per almeno 120 miliardi di yuan (oltre 17 miliardi di euro) per stabilizzare i listini. Shanghai ha aperto martedì in flessione di oltre il 3% (poi in recupero per una perdita di poco superiore all’1%) e Shenzhen ha sfiorato addirittura un crollo del 6% mentre anche l’Hang Seng di Hong Kong registrava significative perdite. Intanto sono stati fermati gli scambi per 203 quotate sui mercati della Cina continentale. Dal 29 giugno sono in totale 651 le aziende i cui titoli sono stati sospesi, pari al 23% delle 2.808 quotate, secondo quanto riporta Securities Daily. Gran parte delle società non ha dato motivazioni per la scelta. L’ennesimo scivolone per i mercati cinesi (deprezzatisi di oltre un quarto del loro valore dai massimi registrati in giugno), che ha visto però diversi titoli bancari in rally: a Shanghai, China Construction ha sfiorato un progresso del 9% mentre Bank of China ha sfondato quota 10% di guadagno nella seduta. La giornata si era aperta con il progresso del mercato di Sydney, al traino soprattutto dei titoli bancari e di quelli del settore minerario. Guadagno aumentato dopo che la Reserve Bank of Australia (Rba), come previsto, ha comunicato di avere lasciato invariati i tassi d’interesse ai minimi del 2,00% (valore raggiunto a inizio maggio con il taglio di 25 punti di base). Il governatore Glenn Stevens, come il mese scorso, ha dichiarato che un ulteriore deprezzamento del dollaro australiano “appare verosimile e necessario”, nonostante la valuta sia scesa ai minimi di sei anni contro il dollaro Usa. Dopo l’annuncio della Rba, i corsi del dollaro australiano hanno segnato comunque un rimbalzo. E l’Asx 200 ha sfiorato un progresso del 2% nella seduta. In assenza di dati macroeconomici, e dopo il moderato declino segnato lunedì da Wall Street (cali tra lo 0,30 e lo 0,40% per i tre principali indici), Tokyo ha recuperato parte del terreno perso lunedì. Il Nikkei 225 ha chiuso in progresso dell’1,31% al traino soprattutto dei titoli del settore energy. Significativo il progresso del gruppo della grande distribuzione Fast Retailing, che ha chiuso con un guadagno del 2,63% (il titolo pesa per circa il 10% sul Nikkei 225). Discorso a parte per Seoul, che ha aperto in progresso sulla speranza di una risoluzione della crisi greca dopo avere segnato lunedì la più netta perdita intraday dal giugno 2012. Il Kospi ha poi corretto, chiudendo in calo dello 0,66% la seduta appesantito da colossi industriali del calibro di Posco (-3%), anche se il Kosp i 100 ha segnato un moderato progresso. Samsung Electronics ha guadagnato lo 0,81% dopo aver comunicato di attendersi per il periodo da poco concluso il settimo declino consecutivo degli utili operativi trimestrali.

Borsa Usa

A New York i principali indici, in una seduta caratterizzata da elevata volatilità, hanno chiuso in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,53%, l’S&P 500 lo 0,61% e il Nasdaq Composite lo 0,11%. A trainare il mercato è stato il settore energetico con le utility in grande spolvero. In Europa è stato fissato a domenica l’ultimatum per un accordo sul debito della Grecia. La bilancia commerciale a maggio ha fatto segnare un deficit di 41,87 miliardi di dollari, poco meno dei 42,60 del consensus. Il dato di aprile è stato rivisto da -40,90 miliardi a -40,70. Sul fronte societario Amd -15,38%. Il produttore di chip ha rivisto la guidance per quanto riguarda i ricavi del secondo trimestre a causa di vendite di più deboli del previsto. Amd prevede una flessione dell’8% contro il calo dello 0-6% stimato in precedenza. Riviste anche dal 32% al 28% le attese di margine lordo rettificato nei tre mesi, sempre a causa della frenata nel settore dei pc. PartnerRe +0,4%. Exor ha migliorato le condizioni di offerta per l’acquisto del riassicuratore americano. Il corrispettivo proposto è ora pari a 143,89 dollari per azione contro i 137,50 dollari dell’offerta precedente. Alcoa +0,36%. Il produttore di alluminio comunicherà i risultati trimestrale dopo la chiusura dei mercati. Duke Energy +3,34%. Il gruppo energetico ha aumento il dividendo trimestrale di circa il 4% a 82,5 centesimi per azione. Advance Auto Parts +0,12%. Il titolo del gruppo di ricambi per auto entrerà dal prossimo 9 luglio nell’indice S&P 500 al posto di Family Dollar Stores. Depomed +38,66%. Horizon Pharma ha offerto 1,75 miliardi di dollari per l’acquisto del gruppo farmaceutico. A. Schulman -6,36%. Il produttore di materiali plastici ha pubblicato una trimestrale inferiore alle attese e ha tagliato le stime per l’intero esercizio. Electronic Arts +2,76%. Ubs ha alzato il rating sul titolo del produttore di videogame a buy.

Europa

Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,4%, il Cac40 di Parigi lo 0,6%, il Ftse100 di Londra lo 0,5% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,3%. Il mercato sembra gradire l’ultimatum imposto alla Grecia per la presentazione di un piano in cambio di aiuti finanziari. Nell’Euro Summit di ieri, infatti, i capi di Stato dell’Eurozona riunitosi per analizzare il caso, non hanno potuto fare altro che rinviare a domenica una difficile soluzione sul tema del debito di Atene e della sua permanenza nell’area della moneta unica. Il nuovo ministro dell’economia greca Euclid Tsakalotos si è infatti presentato all’Eurogruppo (il meeting dei ministri finanziari Ue) senza l’attesa lista scritta di proposte di riforma dell’economia ellenica. Il governo greco è chiamato a presentare entro domani 9 luglio i dettagli delle proprie proposte ai creditori (la Commissione Ue, la Bce e il Fondo monetario internazionale) con una specifica agenda di riforme. I capi di stato e di governo dell’Eurozona torneranno dunque riunirsi per le valutazioni domenica 12 luglio, data che a questo punto sembra quella decisiva per decidere il “dentro o fuori” della Grecia. Oggi Alexis Tsipras, il capo di governo greco, parlerà al Parlamento Europeo in riunione plenaria.

Italia

Il Ftse Mib segna +0,25%, il Ftse Italia All-Share +0,14%, il Ftse Italia Mid Cap -0,54%, il Ftse Italia Star -0,47%. Piazza Affari ieri ha chiuso in deciso ribasso aumentando le perdite sul finale di seduta quando si è capito che anche l’Eurogruppo di ieri sera si sarebbe concluso con un nulla di fatto per la Grecia. L’indice Ftse Mib ha perso la soglia dei 21.000 punti chiudendo con un ribasso del 2,97% a 20.958 punti. Ancora forti vendite sui titoli del comparto bancario con il Montepaschi che ha mostrato un tonfo del 7,47% a 1,423 euro. Nel corso del seduta il titolo della banca senese ha toccato i nuovi minimi storici a 1,422 euro. Male anche il resto del settore: Banco Popolare ha ceduto il 4,17% a 13,30 euro, Popolare dell’Emilia Romagna il 6,43% a 7,05 euro, Popolare di Milano il 6,35% a 0,839 euro, Intesa SanPaolo il 2,88% a 2,962 euro, Ubi Banca il 3,02% a 6,57 euro, Unicredit il 3,87% a 5,46 euro. Hanno sofferto ancora i titoli maggiormente legati alle sorti del petrolio con il Wti che ha proseguito la discesa sotto quota 51 dollari al barile: Saipem ha lasciato sul parterre il 6,71% a 8,41 euro, mentre Eni ha perso il 3,68% a 14,62 euro. In decisa frenata STM (-5,42% a 6,98 euro) dopo la buona performance di ieri. Telecom Italia (-1,89% a 1,088 euro) ha virato in negativo nel pomeriggio alla vigilia dell’incontro tra l’Ad Marco Patuano e il presidente Giuseppe Recchi con i vertici di Vivendi. Sotto i riflettori FCA (-2,05% a 12,42 euro) in scia alle parole del presidente John Elkann rilasciate al Wall Street Journal. Elkann ha dichiarato che General Motors non è l’unica opzione per quanto riguarda il capitolo M&A, sottolineando però che è la migliore per fattibilità.


I dati macro attesi oggi

Mercoledì 8 luglio 2015

01:50 JPY Saldo di conto corrente;

11:30 GBP BOE Meeting Resoconto;

16:30 USD Scorte settimanali di petrolio;

20:00 USD Fed Meeting Resoconto.