Utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata. E’ questa, a quanto si apprende, una delle ipotesi più concrete allo studio per le linee guida sugli sgomberi degli edifici occupati di cui si discuterà domani al Viminale in una riunione con il ministro Minniti. La direttiva punta a coinvolgere e responsabilizzare prefetti e sindaci, ma si valuta anche di coinvolgere il sociale, non solo attraverso gli organi delle amministrazioni comunali deputati a questo settore, ma anche tramite associazione qualificate.
L’ipotesi di usare i beni confiscati potrebbe venire incontro anche alle osservazioni e alle critiche che spesso, in passato, sono state mosse in merito al mancato riutilizzo o a un utilizzo non ‘virtuoso’ dei beni confiscati alle mafie. Alcuni organi di stampa avevano invece fatto riferimento all’ipotesi che il ministero dell’Interno procedesse a far requisire edifici pubblici vuoti. Ipotesi che appare però – spiegano fonti del Viminale – non praticabile anche da un punti di vista giuridico.
Sono oltre 17mila, tra immobili e aziende, i beni definitivamente confiscati alle mafie, in base ai dati aggiornati al 30 settembre 2015 censiti dall’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati. Di questi 9.310 risultavano – alla data della rilevazione – destinati; 7.955 in gestione e 312 usciti dalla gestione.
Ecco un elenco dei beni destinati, in gestione e usciti dalla gestione, suddiviso regione per regione.
Sicilia – 6.916
Campania – 2.582
Calabria – 2.449
Puglia – 1.665
Lombardia – 1.266
Lazio – 1.170
Campania – 2.582
Calabria – 2.449
Puglia – 1.665
Lombardia – 1.266
Lazio – 1.170
Piemonte – 265
Emilia R. – 230
Sardegna – 226
Abruzzo – 216
Veneto – 171
Toscana – 170
Abruzzo – 216
Veneto – 171
Toscana – 170
Liguria – 70
Umbria – 53
Friuli V.G. – 40
Marche – 35
Basilicata – 25
Trentino A.A. – 17
Molise – 5
Valle d’Aosta – 2
Estero – 4
Umbria – 53
Friuli V.G. – 40
Marche – 35
Basilicata – 25
Trentino A.A. – 17
Molise – 5
Valle d’Aosta – 2
Estero – 4