Seytre a Caserta per stringere un patto sul turismo

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Presso la sede del  Comune di Caserta, il sindaco Carlo Marino ha ricevuto iian questi giorni  il Console Generale di Francia, Jean-Paul Seytre. Obiettivo principale dell’incontro è stato il rafforzamento dei collegamenti tra gli attrattori turistici presenti sul territorio cittadino e quelli francesi, con il Console che ha espresso la volontà di svolgere un ruolo attivo nel facilitare i contatti tra la realtà casertana e quella transalpina. Di turismo ne parliamo spesso e le mete italiane hanno ricevuto per questa estate un successo senza precedenti, ma le attrattive del Casertano sono particolari, molto storiche, con un agroalimentare e caseario che in queste zone riceve delle procedure tecnologiche particolari per un prodotto di eccellenza senza eguali.
Seytre, poi, si è riproposto di tornare a breve in città, manifestando l’intenzione di visitare il Belvedere di San Leucio e Casertavecchia, due realtà storiche e naturali che contengono il famoso setificio e il borgo antico   ricco di attrattive storiche e culinarie. Il  Console Generale di Francia, si e’ riproposto anche di visitare, nell’ambito di successive visite a Caserta, anche il  Liceo “Manzoni”, il Liceo “Giannone” e l’Istituto d’Arte di San Leucio, tre scuole che hanno manifestato particolare attenzione ai temi dell’innovazione e agli studi storici sui rapporti tra la realtà francese e quella italiana, favorendo tutte le attività necessarie allo sviluppo di relazioni sempre più strette tra Caserta e la Francia. In tale contesto il Sindaco di Caserta, Carlo Marino si è  detto entusiasta delle prospettive presenti e future  che  accomunano i due Paesi : ” Con il Console Seytre abbiamo convenuto di fare tutto quanto necessario per rafforzare ulteriormente il legame che esiste tra Caserta e la Francia. Porteremo avanti insieme delle iniziative di carattere culturale, storico e sociale che avranno come obiettivo quello di avvicinare ulteriormente le due nostre realtà”.
“Penso che noi francesi abbiamo molto da imparare dal modello italiano in tema di internazionalizzazione. Le vostre Pmi sono molto presenti in questo settore. Quello trattato è un tema di grande interesse per questo, in particolare, ho accettato l’invito del Consiglio Nazionale dei Commercialisti”. Così ha sottolineato il Console Generale di Francia a Napoli nonché Direttore de l’Institut Français Napoli Jean-Paul Seytre , ospite d’eccezione al Belvedere di San Leucio della sesta tappa del roadshow dal titolo ” I commercialisti verso i mercati esteri”, l’iniziativa promossa dalla commissione di studio “Internazionalizzazione delle imprese” del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Commercialisti. Ad accogliere l’illustre ospite il Presidente dell’Ordine Dottori Commercialisti ed esperti Contabili di Caserta Pietro Raucci che ha sottolineato: “In un mutato scenario economico-finanziario, che prevede una continua evoluzione dei mercati e degli scenari economici anche il Governo italiano ha necessariamente dovuto porre l’attenzione e l’accento sulla necessità di favorire l’ingresso sui mercati internazionali delle imprese italiane. Nel nuovo quadro normativo di riferimento, assume un ruolo sempre più importante quello del consulente d’impresa che non solo dovrà affiancare l’imprenditore nella scelta di quale mercato , con determinate regolamentazioni, sia più idoneo a ricevere la propria azienda”.
A portare i saluti della città di Caserta e’ stato il sindaco Carlo Marino, mentre i lavori sono stati aperti dal consigliere del consigliere nazionale dei commercialisti delegato all’Attività internazionale  Giovanni Gerardo Parente che  ha spiegato: “Valorizzare il ruolo dei commercialisti come consulenti delle PMI nei processi di scambio con i mercati esteri. È questo l’obiettivo del progetto del consiglio nazionale. La presenza capillare dei Commercialisti sul territorio italiano, 116mila professionisti raggruppati in 144 Ordini territoriali, si sta rivelando fondamentale per affiancare le imprese nel processo di internazionalizzazione, un passo che si rende necessario, oggi, per mantenere alta la competitività a livello globale del sistema Italia, ma che risulta spesso difficile da compiere sia per la carenza di specifiche competenze manageriali, sia per la difficoltà di raccogliere le indispensabili risorse finanziarie”. Prima dell’inizio dei lavori, i convegnisti, arrivati da ogni parte d’Italia sono stati accompagnati in una visita al Belvedere per ammirare le sete e i reperti di archeologia industriale. In ricordo della giornata casertana ai relatori è stata consegnata una testimonianza delle eccellenze enogastronomiche di Terra di Lavoro:  una preziosa bottiglia dell’ AziendaTenuta Fontana di Carinaro, che ha sede anche a Pietrelcina,  e raccoglie sempre maggiori successi anche oltre l’oceano.
Il Belvedere e il sito di San Leucio e’ l’esempio vivente del come i Borboni costruivano i nuovi borghi per sperimentarvi impianti industriali su basi di assoluta autonomia aziendale. Nata da un capriccio di Ferdinando IV o figlia dell’utopia sociale dell’età dei lumi, la Real Colonia ha comunque un grande merito: aver dato l’avvio ad una tradizione  che oggi è ancora fortemente presente. Otto aziende operano attualmente nel distretto, una nicchia di mercato protetta in continua crescita: seicentocinquanta addetti, un fatturato annuo di sessanta miliardi, tecnologie produttive all’avanguardia. Il sito acquistato nel 1750 da Carlo III di Borbone in cui Ferdinando IV volle fondare la Real Colonia di San Leucio, piccolo nucleo urbano rappresentativo di una città ideale (Ferdinandopoli) in cui dare attuazione ad un programma innovativo di riforme sociali, introducendovi inoltre la manifattura della seta. Il sovrano attuò il suo disegno in tappe successive, secondo una serie di interventi forse non del tutto preordinati, che sfocierà comunque nell’istituzione della Colonia e nell’affermazione della sua vocazione manifatturiera: tra il 1773 ed il 1787 fece recintare il bosco di San Leucio, ampliare l’antico Casino del Belvedere, edificare secondo uno schema di lotti abitativi disposti a schiera ,  i quartieri di San Ferdinando e San Carlo, installando i filatoi per la lavorazione della seta nel cortile del Belvedere.
È  da tempo che la Francia, discostandosi dalla più  produttiva Germania, si è  avvicinata al nostro Paese riscoprendone gusti, miti e tradizioni, sull’onda delle vicende che abbiamo condiviso nel passato, ma con la voglia di unire due sinergie affini. Del resto mentre  l’Istat conferma una crescita del Pil dello 0,7%  per il 2016, la Germania praticamente sta correndo da sola, mostrando tassi di crescita superiori alle stime e superiori anche alla media europea, grazie al sostegno offerto dalla domanda interna, che va compensando la frenata dell’export. Ciò, si riflette anche sull’inflazione in forte recupero,  allontanando definitivamente il rischio deflazionistico. La Francia frena un pochino, in quanto la crescita degli occupati del settore privato non agricolo non si leva in volo.  Nel 2° trimestre si è registrato un aumento dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Il dato, comunicato l’Istituto di Statistica Nazionale francese (INSEE), corrisponde ad un incremento di 24.100 unità in termini assoluti e si confronta con un +0,3% registrato il trimestre precedente. 
Le attese erano per un incremento dello 0,3%. Su base annua si è registrato un aumento dello 0,9% contro l’1% del trimestre precedente. La Francia è l’ Italia cugine anche in questo, non possono per il momento competere con la Germania, ma unite possono rappresentare una premessa per un grande futuro: dipenderà  anche da quanto si condivideranno settori dell’industria di primo livello, dopo che l’interscambio imprenditoriale ha già  fatto registrare il salvataggio da parte nostra di alcune aziende di piccola media impresa francese,  recuperando anche molti posti di lavoro. In un tale contesto la cultura e il riconoscimento delle reciproche eccellenze , non puo’ che giocare un ruolo catalizzatore per le necessità imprenditoriali del domani.

BRUNO RUSSO