Settore orafo, De Sieno (Oroitaly): Accelerare sul Masterplan per il Mezzogiorno

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È apprezzabile che, dopo sette anni di crescita, il tasso di disoccupazione sia calato nel 2015 dal 12,7 all’11,9%, ma il dato più significativo è sicuramente quello dell’incremento degli occupati. Il fatto che, su 186 mila unita’ in piu’ registrate l’anno scorso rispetto al 2014, 94 mila, ossia oltre la meta’, siano meridionali, è un indicatore di una possibile autentica svolta”. Per Gianni Lepre, segretario generale di Oroitaly, associazione che raggruppa più di 170 imprese orafe italiane, i dati diffusi dall’Istat nei giorni scorsi vanno interpretati, dando la giusta enfasi ad alcuni indicatori. “E’ molto importante anche che la disoccupazione giovanile sia diminuita dal 42,7 al 40,3%. Tra le cause dell’inversione di tendenza generale sul fronte dell’occupazione, e’ molto probabile abbiano avuto incidenza gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nell’anno. Per rendere piu’ solido, durevole, questo mutamento, bisogna rafforzare queste misure e indirizzarle più miratamente. Puntando sul cuore dell’attività produttiva del sistema Italia: le piccole imprese e l’artigianato“. 

E’ una direzione di marcia che, per Oroitaly, va assunta con determinazione a partire dagli stessi impegni annunciati dal Governo. “Ci attendiamo – dichiara il presidente dell’associazione, Generoso De Sienoche il Masterplan per il Mezzogiorno punti a rilanciare l’occupazione nelle piccole imprese e nell’artigianato. Per cogliere l’obiettivo, occorre che, nelle scelte che si andranno a concertare nei patti con le Regioni e con le Città metropolitane previsti nelle linee programmatiche del Masterplan, si tenga conto di entrambe le esigenze. Vanno creati percorsi che, stimolando il protagonismo delle realta’ minori ma qualificate e di eccellenza che fanno la fortuna del nostro Made in Italy, favoriscano anche la creazione di lavoro. Un’occupazione che coniughi tradizione e innovazione, che assicuri il passaggio di know how da generazione a generazione, cercando di estendere il raggio di azione storico di tante nostreimprese: dai confini ormai angusti del territorio e della nazione ai mercati internazionali“.