Senza affidabilità non può esserci fiducia

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La fine e l’inizio Dopo ogni guerra c’è chi deve ripulire. In fondo un pò d’ordine da solo non si fa. C’è chi deve spingere le macerie ai bordi delle strade per far passare i carri pieni di cadaveri. C’è chi deve sprofondare nella melma e nella cenere, tra le molle dei divani letto, le schegge di vetro e gli stracci insanguinati. C’è chi deve trascinare una trave per puntellare il muro, c’è chi deve mettere i vetri alla finestra e montare la porta sui cardini. Non è fotogenico e ci vogliono anni. Tutte le telecamere sono già partite per un’altra guerra. Bisogna ricostruire i ponti e anche le stazioni. Le maniche saranno a brandelli a forza di rimboccarle. C’è chi con la scopa in mano ricorda ancora com’era. C’è chi ascolta annuendo con la testa non mozzata. Ma presto gli gireranno intorno altri che ne saranno annoiati. C’è chi talvolta dissotterrerà da sotto un cespuglio argomenti corrosi dalla ruggine e li trasporterà sul mucchio dei rifiuti. Chi sapeva di che si trattava, deve far posto a quelli che ne sanno poco. E meno di poco. E infine assolutamente nulla. Sull’erba che ha ricoperto le cause e gli effetti, c’è chi deve starsene disteso con la spiga tra i denti, perso a fissare le nuvole. Wislawa Szymborska


L’ambivalenza è una condizione normale della vita, ma rispetto alla fiducia è ora particolarmente lacerante. Come professionista del cambiamento, in questo periodo e in particolare a Napoli, devo influenzare suggerendo maggiori comportamenti di fiducia oppure, al contrario, consigliare di stare all’erta e difendersi dalle insidie? Mi spiego: la formazione è un processo che aiuta l’apprendimento delle persone, avendo come principio che il comportamento competente e motivato aumenta il capitale sociale e quindi i risultati. Una delle principali “competenze”per la produzione di capitale sociale, è quella di riuscire a vivere e agire insieme e l’ingrediente base, il “principio attivo” è la fiducia. Quindi la formazione ha la missione di aumentare il clima di fiducia, verso se stessi, gli altri, le istituzioni, gli interlocutori professionali, i politici, i burocrati, le banche, gli amministratori, ecc. Io come professionista devo incoraggiare la fiducia attraverso la diminuzione delle difese e l’aumento dell’apertura. Ma come faccio a fare questo, quando mi accorgo che siamo circondati da banditi o da incompetenti? e quando il potere è spesso posseduto da chi ha queste due parti possedute insieme e in misura maggiore? Quando ci sono soggetti che aspettano proprio che gli altri si fidino per truffarli e danneggiarli? Che addirittura, avendone le condizioni di potere, creano le condizioni tecno burocratiche affinché possano farlo in modo “legale”? Come si fa a consigliare di fidarsi, quando è chiaro che ogni giorno la vita ci comunica che sta meglio è chi è più furbo. Chi non rispetta le regole ha più vantaggi, mentre chi le segue, per forza o per dovere, ha uno “svantaggio competitivo”. Se io consiglio a qualcuno di fidarsi, come atteggiamento fondamentale, corro il rischio di diventare involontariamente complice di chi è in agguato pronto a colpirlo. Le istituzioni e le persone che le presiedono dovrebbero essere intelligenti e oneste e anche affidabili (competenti, in grado di saper far bene le cose) perche questo influenza la fiducia. Oggi è difficile capire di chi fidarsi, perché le tecniche d’inganno sono più complicate e i sistemi non garantiscono l’eticità, nessun sistema anche quelli più alti, e allora meglio non fidarsi. Nessuno si fida più di nessuno e questo fa star male tutti ed è anche pericoloso, nascono diffidenze su tutto e tutti. C’è un film bellissimo che consiglio di vedere, “il sospetto”. La trama è questa: Lucas è un papà separato che trova conforto nel suo lavoro d’insegnante di asilo. Ammirato e benvoluto, vive da solo col suo cane Fanny, ha un gruppo di amici al quale è molto affezionato e al lavoro è adorato dai bambini. Nel corso del film, Lucas si troverà ripetutamente a doversi prendere cura della bambina Klara, figlia del suo migliore amico Theo, il quale spesso non le dedica le dovute attenzioni. Quando, però, Lucas riceve un regalo e un bacio sulla bocca da parte di Klara e la rimprovera dolcemente, la bambina ne è risentita e inventa una storia parlandone con la direttrice che accusa Lucas di atti di pedofilia. La direttrice della scuola lo licenzia e lo accusa pubblicamente, invitando i genitori a cercare nei loro figli segni di abusi sessuali, quali mal di testa e pipì a letto. S’improvvisa “abusologa”, interrogando in maniera inappropriata i bambini e decretando che “i bambini non mentono”. L’untrice riesce a far diffondere la calunnia come un cancro: altri bambini sono plagiati fino ad accusarlo falsamente; una folla isterica gli ammazza il cane; lui stesso è picchiato; anche il figlio dell’accusato è estromesso dalla società e tutti gli amici di una volta diventano nemici implacabili. Alla fine, la bambina accusatrice confessa di avere inventato tutto; Il film finisce con Lucas riabilitato, che partecipa a una caccia. Uno dei cacciatori gli spara da lontano mancandolo: l’incubo della calunnia non ha mai fine. La fiducia ha bisogno di propensioni e valori etici posseduti dal soggetto, ma anche della consapevolezza che questo è vantaggioso e non l’opposto, altrimenti è dipendenza, sottomissione, accettazione passiva e in definitiva stupidità. Quindi chi ha il potere deve creare le condizioni oggettive, di funzionamento, di produzione di valore che consenta la pratica di comportamenti di fiducia come qualcosa che ha senso. Parliamo ancora di Napoli come può l’inaffidabilità di chi governa la città, la dinamicità delle profonde e globali inefficienze, insufficienze e mancanze non determinare una correlata profonda sfiducia? I negozianti Barbaro inginocchiati in galleria, chiusi tutti i negozi, Zara, i bar, ecc. La galleria chiusa, recitato anche il palazzo di fronte per caduta di calcinacci, via Toledo off limits, rete protettiva sotto il ponte di Chiaia, barriere a palazzo reale e all’ingresso degli incurabili, muri di contenimento ovunque. Qui bisogna guardare in alto per evitare i sassi, in basso le buche, dietro lo scippo, davanti la barriera, occorre respirare con attenzione l’aria. Ma questi devono essere aspetti secondari per la gestione della città: infatti, soldi per gli eventi non mancano mai.