Roma, 25 gen. (askanews) – C’è felicità in Israele per il rilascio di quattro giovani soldatesse che erano state rapite da Hamas il 7 ottobre 2023, ma si confonde con la preoccupazione per i rapiti ancora nelle mani del gruppo radicale palestinese, a partire dalla civile Arbel Yahoud, che il governo di Benjamin Netanyahu s’aspettava fosse liberata oggi.
Dopo il rilascio stamani a Gaza City nelle mani dei funzionari della Croce rossa internazionale, le quattro giovani donne sono state portate in Israele, dove hanno potuto abbracciare i loro familiari. Le ragazze si trovano “in una situazione emotivamente e medicalmente complessa”, ha spiegato la rappresentante del ministero della Salute, la dottoressa Hagar Mizrahi, dopo averle visitate, anche se al momento del rilascio sono apparse in buona salute e sorridenti.
“Oggi abbiamo incontrato Liri, Daniella, Naama e Karina dopo 477 giorni di prigionia sotto Hamas” ha detto. “Questo è stato un evento emotivamente e medicalmente complesso per loro, per le loro famiglie, per le famiglie di tutti gli ostaggi e per l’intero popolo di Israele” ha concluso Mizrahi.
Le ragazze, rilasciate nel secondo scambio di questo tipo in cambio di 200 detenuti palestinesi, Karina Ariev, Daniella Gilboa, Naama Levy e Liri Albag. Prestavano servizio come osservatrici presso la base militare di Nahal Oz, al confine con Gaza, quando Hamas ha lanciato il suo attacco contro Israele il 7 ottobre 2023. Le ragazze avevano tutte tra i 18 e i 21 anni al momento del rapimento.
Le immagini diffuse da Israele hanno mostrato i momenti di felicità al momento dell’incontro con i familiari. In un video si vede Karina Ariev correre tra le braccia dei suoi genitori, con sua madre che esclama: “Sei tornata, tesoro nostro, sei tornata”. In un altro spezzone, Karina appare in videochiamata con altri membri della famiglia.
Daniella Gilboa, dopo essersi fatta una doccia e aver cambiato la divisa militare fasulla che Hamas le aveva fatto indossare per la liberazione, è mostrata in un video mentre grida di gioia correndo ad abbracciare sua madre e suo padre. “Mamma, sei una leonessa” dice a sua madre tra le lacrime.
La felicità però non è arrivata anche per la famiglia di Arbel Yahoud, giovane civile della quale si attendeva oggi il rilascio. “I nostri cuori sono pieni di gioia per il ritorno di Karina, Daniella, Liri e Naama” ha affermato la famiglia Yehoud. “Stiamo aspettando e sperando con tutto il cuore – ha aggiunto – di poter abbracciare la nostra Arbel il prima possibile”.
Arbel Yehoud, 29 anni, è stata rapita insieme al suo fidanzato Ariel Cunio dalla loro casa nel Kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023. Suo fratello, Dolev Yehud, è stato ucciso lo stesso giorno nel kibbutz e inizialmente si credeva fosse stato preso in ostaggio, fino all’identificazione dei suoi resti avvenuta a giugno.
Un esponente della Jihad islamica – che si ritiene abbia nelle sue mani la giovane donna – ha sostenuto a un giornale saudita che Yehoud è viva e che a Israele è stata fornita prova di questo fatto. Hamas ha affermato che verrà liberata nel prossimo ciclo di rilasci, nel prossimo fine settimana. Intanto, però, l’ufficio di Netanyahu ha chiarito che i palestinesi non potranno tornare nella parte settentrionale della Striscia di Gaza finché Hamas non avrà rispettato l’accordo, liberando anche Arbel.
Israele ha accusato inoltre Hamas di violare l’accordo sul cessate il fuoco e lo scambio di ostaggi rilasciando soldatesse prima dei civili. Tra questi ulltimi, ci sono anche Shiri Bibas e i suoi piccoli figli, Kfir e Ariel. Le Forze di difesa israeliane hanno dichiarato oggi di avere “gravi preoccupazioni” per la giovane famiglia.
Lo scorso fine settimana, nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco, sono stati liberati tre ostaggi israeliani, tutte donne. Si tratta della 24enne Romi Gonen, che era stata catturata mentre cercava di scappare dal festival musicale Nova, attaccato da Hamas; Doron Steinbrecher, 31 anni, infermiera veterinaria, ed Emily Damari, 28 anni, che ha doppia cittadinanza britannica e israeliana. Tutte e tre sono tornate in Israele domenica scorsa, riunendosi con le loro famiglie.
In totale, è previsto il rilascio di 33 ostaggi nell’arco di sei settimane come parte della prima fase del cessate il fuoco, entrato in vigore il 19 gennaio 2025.