Senologia, prevenzione e cura: esperti a Napoli

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in foto Michelino De Laurentiis, direttore della Uoc Oncologia Medica Senologica del Pascale

E’ una vera e propria rivoluzione quella annunciata da Michelino De Laurentiis (direttore della Uoc Oncologia Medica Senologica del Pascale) a margine del convegno “attualità in senologia: dalla diagnostica alla terapia. Opinion Leader a confronto”, che riguarda l’immunoterapia per una forma di tumore del seno particolarmente aggressivo (il triplo negativo). “Finalmente – spiega – abbiamo trovato il modo di attivare la risposta immunitaria contro il tumore al seno così come già si fa, da qualche anno, con altri tumori. Si concretizza una nuova possibilità di cura per questo sottotipo tumorale particolarmente aggressivo, possibilità che sarà pienamente disponibile per tutti nel giro di 1-2 anni, ma che è già realtà in alcuni centri oncologici ad elevata specializzazione, come il Pascale. Apre, inoltre, un nuovo percorso di ricerca che portera’ rapidamente, sono fiducioso, allo sviluppo di tutto un nuovo filone di trattamenti immunoterapici per il tumore al seno”. Lo studio è stato presentato in seduta plenaria al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) a Monaco di Baviera. Le pazienti arruolate sono state in tutto 902, tutte donne con tumore mammario ‘triplo negativo’ in fase avanzata e metastatica. De Laurentiis chiarisce che aggiungere un farmaco immunoterapico alla chemioterapia standard migliora in maniera significativa il tempo di controllo della malattia. In particolare, nel sottogruppo di pazienti con espressione tumorale della molecola PDL-1, per la cui scoperta è stato recentemente attribuito il Premio Nobel per la Medicina, l’Atezolizumab ha prodotto una riduzione del rischio di progressione di malattia del 40%. Nello stesso sottogruppo di pazienti, il trattamento sperimentale ha ridotto del 40% circa anche il rischio di morire per il tumore. Questo risultato, in particolare, appare straordinario, visto che in questo sottotipo tumorale mai si era individuato, in precedenza, un farmaco in grado di influire positivamente sul rischio di morire per il tumore. Nella diagnosi delle lesioni alla mammella e’ sempre piu’ diffuso l’utilizzo della tomosintesi, apparecchiatura che puo’ individuare tumori di piccolissima entita’ evitando in molti casi di dover ricorrere alla chemioterapia in fase post operatoria. La diffusione della tomosintesi e’ oggi la novita’ piu’ interessante per quel che riguarda la diagnosi precoce di lesioni alla mammella, perche’ offre il 30% di accuratezza diagnostica in piu’ rispetto alle metodologie tradizionali. “Individuare queste minuscole lesioni – spiega il radiologo Carlo Varelli, presidente di Health in Progress – possiamo indirizzare le pazienti verso il percorso piu’ adeguato, evitando il piu’ delle volte che all’intervento debba seguire anche la chemioterapia”.
Oggi, grazie alle terapie ormonali a bersaglio molecolare, e’ possibile garantire su molte lesioni individuate precocemente un’alta percentuale di guarigione. La tomosintesi, cosi’ come la mammografia, non e’ un esame invasivo ne’ doloroso. E’ particolarmente indicato per le giovani donne, che hanno un tessuto mammario denso e dunque meno responsivo per le piccole lesioni. La tomosintesi mammaria digitale è una tecnologia avanzata che utilizza piu’ immagini radiografiche per ottenere un risultato tridimensionale del seno e aiuta i radiologi a valutare le regioni di interesse libere da altri tessuti sovrapposti. “Grazie a test innovativi – chiarisce Giacomo Carteni’ (direttore Uoc Oncologia Aorn Cardarelli) – oggi c’e’ la possibilita’ di definire una sorta di identikit del tumore molto accurata, e dunque di evitare la chemioterapia in quei casi per i quali si puo’ intervenire in altro modo. Il cancro rappresenta la principale causa di morte in tutto il mondo e puo’ potenzialmente svilupparsi in qualsiasi tessuto. Comprendere i meccanismi genetici alla base dello sviluppo tumorale e’ importante sia per prevedere la progressione tumorale sia per mettere a punto nuovi metodi di diagnosi e trattamento. Sebbene ad oggi siano stati identificati numerosi geni coinvolti nello sviluppo e nella progressione tumorale, la maggior parte dei tumori è eterogeneo dal punto di vista genetico, ossia presenta mutazioni multiple in geni diversi”. In particolare, il carcinoma della mammella è una malattia eterogenea e pazienti con tumori apparentemente simili per caratteristiche clinico patologiche possono presentare un decorso clinico diverso. Per definire con maggiore precisione la prognosi e selezionare il miglior trattamento per la singola paziente si stanno studiando profili genici con un numero più limitato di geni ed alcuni di questi test, valutati prevalentemente in studi retrospettivi, sono già in uso in alcuni Paesi. Sono oggi disponibili in commercio vari test di analisi dei profili genici.