Affidatevi a una tela affollata di post it colorati per testare e scegliere i modelli di impresa più adatti alle vostre specifiche esigenze di business e alle imprevedibilità di tempi e mercati in costante cambiamento. L’ispirazione arriva da lontano: direttamente da un esperto di business modeling, lo svizzero Alexander Osterwalder, mente delle innovative tecniche descritte nel vademecum “Creare modelli di business”, ma a diffondere per la prima volta a Napoli l’idea di “business model canvas” sarà un workshop promosso dagli italianissimi Francesco D’Ausilio (laureato in economia, esperto di project management e di modelli di business per l’innovazione aziendale, la cultura, e il sociale) e Ugo Mendes Donelli (fondatore di Hugowiz, società di consulenza strategica aziendale, e divulgatore della cultura dell’Innovazione del Business Model). L’appuntamento è fissato per il prossimo 10 marzo alla Hub SpA (Soluzioni srl, via gianturco 66 – info su businessmodelworkshop.it) ed è rivolto a professionisti della consulenza aziendale e imprenditori profit e no profit: nove ore per una strategia che si basa su nove elementi da sviluppare creativamente, tutti correlati alla buona riuscita di un progetto imprenditoriale.
“Attraverso lo spostamento dei post it – spiega D’Ausilio – è facile testare il modello d’impresa, più che attraverso l’elaborazione dei business plan. Variare un elemento dei nove comporta automaticamente delle ripercussioni in tutti gli altri elementi del modello. E pertanto è possibile testare in via immediata le innovazioni che l’impresa vuole applicare al proprio business senza essere già ancorati a tutti i calcoli che il business plan comporta. Dopo i test si può elaborare un solo business plan, quello risultante dalla simulazione più efficace ed efficiente”.
La “tela” ha uno spirito democratico e orizzontale: “Il canvas – continua D’Ausilio – a differenza del business plan, può essere letto e commentato da chiunque all’interno dell’impresa, non richiede particolari conoscenze e questo amplia la condivisione e la discussione a tutti. Inoltre semplifica la scoperta e la visualizzazione dei cosiddetti intangibles, gli elementi dell’azienda che danno valore al prodotto ma che, molto spesso non ricevono una accurata valutazione e evidenziazione all’interno del business plan”. Oltre ogni sorta di staticità: “Il canvas, infatti, va revisionato ogni sei mesi almeno, stimolando all’innovazione senza costi aggiuntivi”.