Si chiama “PrEmo” e ha l’obiettivo di rendere la dimensione emotiva parte integrante della formazione scolastica. Il progetto, voluto dall’Ufficio scolastico regionale della Campania, presentato oggi nell’istituto Righi, servirà a guidare i giovani studenti lungo il percorso che li porterà a conoscere e gestire il loro mondo emozionale. “L’esigenza del progetto nasce dalla necessità di far comprendere ai ragazzi i propri timori, le angosce, l’ansia, le paure – spiega Luisa Franzese, direttore dell’Ufficio scolastico regionale della Campania – tutti questi episodi che hanno visto protagonisti i ragazzi non sono affatto di poco conto, bisogna allora che attraverso la scuola comprendano la propria emotività”. “Non accetto che venga detto che la maggiore responsabilità è della scuola – sottolinea – la famiglia, il contesto, la società è tutto l’insieme che deve rispondere. La scuola fa la sua parte, assolve il suo compito e può essere lasciata sola”. Il progetto, finalizzato alla prevenzione del disagio minorile è promosso dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania, in collaborazione con l’Ospedale Buon Consiglio Fatebenefratelli di Napoli e l’Università degli Studi Internazionali di Roma. In questa prima fase, coinvolgerà 100 scuole, medie e superiori, di Napoli ed è rivolto ad un totale di 100 scuole, 50 scuole secondarie di primo grado e 50 di secondo grado, di Napoli e Provincia. Il progetto si divide in due fasi: la prima prevede la formazione dei docenti e studenti per introdurre una serie di procedure, tecniche e strategie, validate e testate scientificamente per aiutare gli alunni ad individuare, gestire e modulare correttamente il proprio mondo interiore e soprattutto a sviluppare efficaci reti di relazioni sociali. Agli incontri di formazione potranno partecipare 10 studenti, selezionati dalle scuole aderenti, e un docente referente per l’inclusione, individuato dal Dirigente Scolastico. Ogni incontro sarà suddiviso in una prima parte di formazione/informazione, seguita da una parte laboratoriale di confronto e discussione di specifici casi. La seconda fase, invece, è incentrata sulla strutturazione di uno “Spazio Dedicato”,per offrire ai ragazzi la possibilità di prevenire o affrontare le diverse forme di disagio. Gli esperti che parteciperanno al progetto lavoreranno in sinergia con le scuole per renderlo un punto di riferimento che offra accoglienza e ascolto alle diverse forme di disagio percepite e soprattutto un luogo dove poter aiutare i giovani ad attenuare i pregiudizi rispetto alla richiesta di aiuto.