Scorci poco noti a Napoli: tra Santa Lucia e il Monte Echia

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in foto lo scalone di Palazzo Serra di Cassano

di Maria Carla Tartarone Realfonzo

I panorami di Napoli sono sempre affascinanti, ma vi sono scorci poco visti dai più, che talvolta scopriamo per caso, diretti ad altra meta. Talvolta li vediamo nelle opere dei pittori e magari ci sembrano loro invenzioni. Spesso li vediamo ripresi dagli straordinari fotografi che amano i nostri luoghi.

Giancarlo Alisio in “Civiltà del Seicento a Napoli” (Catalogo Electa I vol. 1984, pp.77/97), in cui troviamo anche bellissime immagini, ci ricorda tanti pittori affascinati dai luoghi di Napoli, a cominciare da Alessandro Baratta, cui segue il borgognese Pietro Miotta, con le sue vedute a volo d’uccello, per non parlare delle vedute di Didier Barra, di Ribera e di Francois de Nomé.

Tempo addietro rimasi molto colpita da alcuni luoghi in cima alla via Monte di Dio, dove è ubicata la settecentesca Caserma Nino Bixio, dove mi recai per accedere all’Archivio Borbone ivi conservato. Dalle finestre dell’Archivio potei godere della veduta alle spalle di via Santa Lucia, con le sue scalinate che salgono alla cima di Monte Echia ed anche ad una strada secentesca, via Pallonetto, abitata da palazzi in rovina ma ancora interessanti per i loro antichi portali e ricca di bassi e di edicole votive, ben curate. Da questa strada si aprono altre vie, meno note ma tutte affluenti alla grande piazza del Palazzo Reale, alla via Santa Lucia con la sua omonima Chiesa e la Chiesa di Santa Maria della Catena.

Partendo dalla grande piazza circolare innanzi al Palazzo Reale, con la chiesa di fronte, dedicata a san Francesco di Paola, col colonnato dorico iniziato al tempo di Murat, ornata nella parte centrale dalle statue equestri di Carlo di Borbone e di Ferdinando I, vediamo che, lateralmente e alle spalle della chiesa, si sviluppano le strade che vanno verso il monte Echia. Se prendiamo la strada a destra, dinanzi all’antico palazzo della Prefettura, cominciando a salire, possiamo imboccare una traversa,  a sinistra, la via Egiziaca con la chiesa di Santa Maria Egiziaca. Più in alto incrociamo via del Pallonetto da cui usciamo nella principale strada in salita, via Monte di Dio, dove troviamo, verso la cima, il settecentesco Palazzo Serra di Cassano, con lo scalone di Ferdinando Sanfelice e le sale con ancora qualche affresco e stucchi dell’artista, luogo ricco anche di una doviziosa biblioteca e del prestigioso Istituto per gli Studi Filosofici.

Siamo quasi giunti all’entrata settecentesca della caserma militare Nino Bixio che chiude via Monte di Dio, dove penetrando sulla sinistra tra le stradine laterali, nel vicolo Barriera, si trova anche la Villa Ebe, fatta costruire da Lamont Young, in stile medievale, come la sua villa-castello del Corso Vittorio Emanuele. Nel senso opposto dell’ampia strada, all’incrocio di via Monte di Dio con via Nicotera, che scende dalla collina del Vomero, con la vista di Castel Sant’Elmo sulla cima, c’è la Chiesa di Santa Caterina, nella stessa piazza dove arriva l’ascensore che parte da via Chiaia, accanto allo storico ottocentesco Ponte di Chiaia. In questa piazza, prima abitata da giardinetti, presto si aprirà una stazione della Metropolitana.

Ritornando verso la cima della via Monte di Dio, sulla destra incontriamo una stradina poco frequentata che scende, attraverso una scalinata, alla Piazza dei Martiri. Sul versante alto di via Egiziaca, si dipartono vico Storto e vico Solitaria, che portano in basso, sulla via Santa Lucia, una strada fondamentale che fu data da realizzare a Domenico Fontana, che tra il 1597 ed il 1599 riuscì a sistemarla, tagliando in parte anche il monte Echia, giungendo quasi al mare, al Chiatamone, al Castel dell’Ovo, a Megaride.

Tornando in alto, percorsa la via Monte di Dio, entrando nei luoghi della Caserma Bixio, saliamo in cima al monte Echia, giungendo sui luoghi dell’antica Acropoli, dove un ampio spazio conserva qualche rudere del Tempio di Atena e dove pure sorge la Chiesa dell’Immacolata, costruita nel XVII secolo, che, abbandonata e oggi murata, si unisce all’Archivio Militare ubicato nella parte sinistra della Caserma. Dalle finestre dell’Archivio, tra il verde delle siepi curate, si possono intravedere in basso i fianchi posteriori della via di Domenico Fontana: delle chiese di Santa Lucia, Santa Maria della Catena e degli altri fabbricati della storica strada. Forse si potrà, dopo auspicabili adeguati restauri, ancora percorrere la erta via oggi chiusa, che dal monte Echia portava al mare, giù al Chiatamone, a vedere il Castel dell’Ovo sull’antica Megaride. 

Nel sottosuolo di via Monte di Dio, per volere dei Re, fu creata una galleria, per poter raggiungere rapidamente l’estremità occidentale del mare, al di là del monte Echia. Galleria molto utile quando, nei tempi dell’ultima guerra, i cittadini vi andavano a rifugiarsi dalle bombe. Tornando in cima, sulla via Monte di Dio, esistono, sul lato destro della Caserma Bixio, altri luoghi interessanti tra cui la Scuola Militare della Nunziatella, frequentata dai giovani di buona famiglia fin dall’Ottocento e l’Università Partenope.

Oggi esistono programmi per un prossimo restauro di monte Echia, per arrivarvi dal Chiatamone con il progetto anche di un ascensore, come programmava anche Lamont Yang per la sua villa Ebe a metà monte. Ma l’accesso facile a questi luoghi, così pittoreschi e ricchi di storia, sembra ancora lontano.