Sclerosi multipla e lifestyle: a Napoli formazione per i neurologi

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In foto da sinistra Giorgia Maniscalco, Luigi Lavorgna, Giocchino Tedeschi, Luciano Onder

L’alimentazione, l’attività fisica e sessuale, le interazioni sociali sono ‘terapie’ che aiutano i malati cronici ad affrontare meglio la patologia da cui sono affetti. Un discorso valido in particolar modo per la sclerosi multipla, malattia neurologica cronica che può portare a una progressiva disabilità e che nel nostro Paese colpisce 118mila persone, di cui circa 10mila in Campania, con 3400 nuovi casi registrati ogni anno. La diagnosi, infatti, arriva spesso tra i 20 e i 40 anni: i pazienti sono giovani e grazie alle terapie riescono a rallentare il progredire della malattia, ma per trarne i maggiori benefici possibili devono essere messi in grado di vivere una vita piena e soddisfacente. Si tratta di un problema sociale che i neurologi hanno deciso di affrontare durante il corso “Lifestyle & SM”, organizzato grazie al supporto di Biogen, che si è tenuto l’11 dicembre, al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli e ha visto la partecipazione di medici provenienti da tutta Italia. “La necessità del corso nasce dal fatto che parliamo di una malattia cronica che accompagna la persona per tutta la sua esistenza, caratterizzata da fattori e comportamenti che hanno a che fare con lo stile di vita, dall’alimentazione al sesso, all’integrazione familiare e sociale – ha spiegato Gioacchino Tedeschi, direttore della Clinica Neurologica e Neurofisiopatologia dell’A.O.U. Università della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli e Presidente eletto della Società Italiana di Neurologia –. Come medici, oltre ad offrire le migliori cure, dobbiamo saper ascoltare e interagire anche su questi temi”. Frequenti, ad esempio, sono i problemi della sfera sessuale, dipendenti nella maggior parte dei casi da fattori psicologici e dalla mancata accettazione della condizione di malattia, più che da disturbi di natura organica: “È doveroso da parte dei centri indagare il problema – ha sottolineato Luigi Lavorgna, neurologo dell’azienda ospedaliera universitaria Vanvitelli e ideatore del corso di formazione –. Certamente c’è la possibilità di essere seguiti anche da questo punto di vista, per non dare troppo spazio al web che in tal caso rappresenta una fonte di informazione: si pensa, infatti, che il 90% dei pazienti si rivolga alla rete subito dopo la diagnosi e i disturbi sessuali rientrano tra le questioni indagate online”. Insieme all’alimentazione: “Sul web si trovano una serie di indicazioni di tipo dietetico, spesso prive di un substrato scientifico – ha detto Giorgia Maniscalco, neurologa del Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale Cardarelli di Napoli –. Sicuramente c’è una certa influenza dell’alimentazione sul decorso di malattia, un effetto protettivo è dato dalla dieta mediterranea, che essendo povera di grassi e ricca di fibre riduce l’infiammazione cronica, ma non esiste ad oggi un regime specifico che sia approvato. Bisogna seguire una dieta sana”. “Noi ormai facciamo diagnosi ai millennials, che hanno sempre uno smartphone in tasca o in borsa e in presenza di un problema di salute cercano lì le risposte. Il web è un aspetto della medicina che non possiamo più trascurare”, ha concluso Lavorgna. Per questo nel 2012 è nato SMSocialnetwork.com, il primo social network interamente dedicato alla sclerosi multipla, in cui “abbiamo creato un ambiente controllato con la partecipazione dei medici alla community, per impedire la diffusione delle fake news”.

p.c.