Scienza, ologrammi in 3D più realistici grazie a una nuova tecnica per immagini virtuali

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Si chiama olografia dinamica assistita da scattering tridimensionale (3D-SDH), e’ una nuova tecnologia di produzione di ologrammi basata sull’aumento della densita’ dei dettagli di un’immagine, che potrebbe portare a proiezioni molto piu’ realistiche rispetto alle opzioni esistenti. Descritto sulla rivista Optica, questo risultato e’ stato raggiunto dagli scienziati dell’Universita’ di Scienza e Tecnologia della Cina e dell’Universita’ Nazionale di Singapore. Il team, guidato da Lei Gong e Chengwei Qiu, ha sviluppato una tecnica innovativa per riprodurre immagini virtuali in 3D. Questa tipologia di ologrammi, spiegano gli esperti, consentirebbe rappresentazioni realistiche che potrebbero essere implementate nelle applicazioni di realta’ virtuale attraverso schermi e display olografici. “Il nostro approccio – commenta Gong – potrebbe anche fornire una migliore grafica 3D senza richiedere un visore”. La produzione di una visualizzazione olografica dall’aspetto realistico, affermano gli studiosi, richiede la proiezione di immagini con un’elevata risoluzione in pixel su numerosi piani, o livelli, ravvicinati tra loro. In questo modo si ottiene la percezione della profondita’, che rende l’ologramma tridimensionale. La tecnica del gruppo di ricerca puo’ raggiungere una risoluzione di profondita’ di oltre tre ordini di grandezza superiore rispetto alle piu’ avanzate metodologie attuali. “Grazie a questa tecnologia – scrivono gli esperti – potremmo migliorare la crittografia ottica basata sull’olografia consentendo di implementare quantita’ superiori di dati nell’immagine”. La creazione di una proiezione olografica dinamica in genere comporta l’utilizzo di un modulatore di luce spaziale (SLM) per regolare l’intensita’ e/o la fase di un raggio di luce.
Le alternative esistenti, pero’, sono limitate in termini di qualita’ perche’ la tecnologia consente di proiettare poche immagini a bassa risoluzione su piani separati. Gli studiosi hanno quindi utilizzato un diffusore che consente di separare piu’ piani dell’immagine. Questa configurazione consente la proiezione olografica 3D ad altissima densita’. Il metodo e’ stato testato attraverso diverse simulazioni, ad esempio gli esperti hanno proiettato il modello di un razzo 3D con 125 piani dell’immagine successivi a un intervallo di profondita’ di 0,96 mm in un singolo ologramma da 1000 per 1000 pixel. Per confronto, i ricercatori hanno valutato un approccio recentemente sviluppato, basato su 32 piani con un intervallo di profondità di 3,75 mm. Per convalidare sperimentalmente il concetto, gli studiosi hanno costruito un prototipo di proiettore 3D-SDH. Gli autori hanno dimostrato che la nuova configurazione migliorava la risoluzione dell’immagine olografica di oltre tre ordini di grandezza rispetto alle metodologie convenzionali. Nei prossimi step, i ricercatori sperano di migliorare ulteriormente la rappresentazione dei solidi attraverso gli ologrammi 3D.