Scienza, da gusci di mitili e fibre naturali nuovi “reef” per rigenerare il mare

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Foto di Anja da Pixabay

Enea sta sviluppando dei prototipi di “reef” realizzati con scarti della molluschicoltura, come gusci di mitili e fibre naturali, per favorire il ripopolamento dell’ostrica piatta nel golfo della Spezia. Si tratta di un mollusco nativo dal grande potenziale filtratore, utile per la rigenerazione di ambienti marini e per altri servizi ecosistemici (regolazione del clima, supporto alla biodiversita’, approvvigionamento di cibo), con conseguenti benefici culturali e socio-economici. L’attivita’ e’ condotta dall’Enea in collaborazione con la Cooperativa di Mitilicoltori Associati e realizzata nell’ambito del progetto Pnrr Raise sulla base dei principi della rete Native Oyster Network, organo consultivo del progetto, attivo in Irlanda e Regno Unito. Questa specifica attivita’ si inserisce tra quelle svolte da Enea nell’ambito di “Smart Bay S. Teresa” che persegue la conoscenza, la conservazione e l’utilizzo degli ecosistemi calcificanti, la valorizzazione degli scarti dell’acquacoltura e la realizzazione di interventi di rigenerazione dell’ambiente e delle aree portuali per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. L’Ostrea edulis e’ una specie di ostrica nativa dell’Europa, distribuita dalla superficie a qualche metro di profondita’, che si aggrega lungo la costa in gruppi di individui formando delle strutture tridimensionali, i cosiddetti reefs o beds, veri e propri letti naturali, in grado di fornire habitat, rifugio e sostentamento a molte altre specie, alcune anche di valore commerciale. Per questo i reef a ostriche, agendo sulla funzionalita’ e produttivita’ degli ecosistemi costieri aumentano la biodiversita’ e inoltre, grazie alla loro capacita’ filtrante, favoriscono la pulizia dell’acqua. Non ultimo, questa specie di ostrica rappresenta un’importante fonte di cibo e la sua coltivazione, come quella di altri molluschi bivalvi, e’ una delle attivita’ piu’ sostenibili del mare. La presenza e l’importanza dell’ostrica piatta nel Golfo della Spezia e’ stata segnalata gia’ alla fine del 1800, quando vennero avviati degli studi per il suo ripopolamento a fini commerciali, ma nel corso del tempo gli impatti antropici quali lo sviluppo delle attivita’ costiere, l’ingrandimento del porto militare e commerciale e il cambiamento climatico, hanno profondamente alterato le condizioni dell’area, con gravi conseguenze su alcune specie marine, come l’Ostrea edulis che e’ andata progressivamente riducendosi.