Scienza, “ascoltato” per la prima volta il suono delle onde gravitazionali

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E’ stato possibile “ascoltare”, per la prima volta, il “suono” delle onde gravitazionali scaturito dalla fusione dei buchi neri supermassicci dell’Universo, causa della deformazione spaziotemporale delle onde gravitazionali che attraversano la nostra galassia. La scoperta degli scienziati del North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves, un gruppo collaborativo di ricercatori provenienti da oltre 50 istituzioni negli Stati Uniti e all’estero, e’ stata pubblicata su The Astrophysical Journal Letters. I ricercatori hanno condotto un’analisi delle stelle, note come pulsar, che ruotano centinaia di volte al secondo ed emettono impulsi radio simili a ticchettii di orologi cosmici altamente precisi. Gli scienziati hanno scoperto quelle che sembravano essere variazioni nella frequenza di ticchettio e confrontando le osservazioni di 67 stelle pulsar all’interno dei dati del radiotelescopio, nell’arco di quindici anni, hanno potuto provare che le alterazioni sono causate da onde gravitazionali a bassa frequenza che stanno distorcendo il tessuto della realta’ fisica, nota come spaziotempo.
Le onde gravitazionali appena rilevate, sono di gran lunga le piu’ potenti mai misurate: esse trasportano circa un milione di volte l’energia proveniente da fusioni di buchi neri. “La maggior parte delle onde gravitazionali gigantesche sono probabilmente prodotte da coppie di buchi neri supermassicci che si muovono vertiginosamente verso collisioni cataclismatiche in tutto il cosmo”, hanno spiegato gli scienziati del North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves. “E’ come un coro, con tutte queste coppie di buchi neri supermassicci che suonano a frequenze diverse”, ha spiegato Chiara Mingarelli, professoressa assistente all’Universita’ di Yale che ha lavorato alle nuove scoperte mentre era ricercatrice associata presso il Centro di astrofisica computazionale del Flatiron Institute a New York. “Questa e’ la prima prova in assoluto del fondo di onde gravitazionali; abbiamo aperto una nuova finestra di osservazione sull’universo”, ha continuato Mingarelli. “Il rumore di fondo delle onde gravitazionali e’ circa il doppio di quello che mi aspettavo. Il volume assordante potrebbe derivare da limitazioni sperimentali o da buchi neri supermassicci piu’ pesanti e abbondanti, ma c’e’ anche la possibilita’ che qualcos’altro stia generando potenti onde gravitazionali, come ad esempio, i meccanismi previsti dalla teoria delle stringhe o spiegazioni alternative della nascita dell’universo. Quello che verra’ dopo e’ tutto – ha concluso Mingarelli – questo e’ solo l’inizio”. Arrivare a questo punto e’ stata una sfida lunga anni per la squadra del North American Nanohertz Observatory for Gravitational Waves.