Scale-up, lievito della crescita. Perché non basta ottimizzare

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Nel campo da gioco del Bazar delle Follie ha partita facile Humpty Dumpty. Dice il grosso uovo antropomorfizzato: “Quando io uso una parola, essa significa esattamente ciò che io voglio che significhi […] né più né meno”, e se Alice ribattendo sostiene che tanti significati possono avere le parole, Humpty a sua volta replica: “quando faccio fare a una parola un simile lavoro […] la pago sempre di più”. Appunto, nel Bazar per nuova impresa s’intende una startup e non altro. Che dire, però, della qualità delle imprese avviate, terreno su cui il Bazar incontra difficoltà a inoltrarsi? 

Una domanda da non lasciare inevasa, giacché le imprese baby che si sviluppano velocemente – le “scale-up”, ecco un altro significato di nuova impresa – hanno la qualità per far crescere il PIL nell’ordine del 7% nell’arco di un decennio.

Non necessità, ma previsione
A illuminare startup e scale-up, è la voglia personale di mettersi in gioco, di realizzare un sogno, di convincere altri che siano individui o comunità a credere e investire in un’inedita idea imprenditoriale. Se le startup sono le rondini che annunciano il tempo di una nuova primavera imprenditoriale, a volte con la fioritura di specie prima sconosciute, le scale-up guidano lo stormo volando attraverso le cime degli alberi della foresta chiamata Crescita.
Le scale-up non nascono dalla necessità dei loro fondatori di trovare un lavoro, bensì dalla capacità di prevedere le opportunità che altri non percepiscono. In altre parole, esse perseguono un processo di creazione di valore non lineare, iterativo, basato sull’intuizione. Un processo, insomma, che è di scoperta, non di ottimizzazione. Questo è il lievito della loro crescita accelerata.
Scriveva Andy Grove, tra i fondatori e gli artefici del successo di Intel, il gigante dell’industria dei semiconduttori: “Le startup sono una cosa meravigliosa, ma non possono da sole aumentare l’occupazione tecnologia. Altrettanto importante è quello che viene dopo quel momento mitico della creazione nel garage, quando la tecnologia passa dal prototipo alla produzione in serie. Questa è la fase in cui le aziende iniziano a svilupparsi su larga scala, concentrandosi sui dettagli del design, comprendendo come fare le cose convenientemente, costruendo fabbriche e assumendo persone a migliaia. ‘Scalare’ è un lavoro duro ma necessario per dare valore all’innovazione (Andy Grove,“How America Can Create Jobs”, Bloomberg Business, July 1, 2010)
Il Bazar delle follie si libererà di Humpty Dumpty, moltiplicando non solo le opportunità di creare startup che accelerano il metabolismo imprenditoriale, ma anche impegnandosi a creare il clima favorevole alle scale-up che fanno crescere mercati nuovi per nuovi consumatori?

piero.formica@gmail.com