di Antonella Rocca*
Si svolgerà il 17 febbraio 2022, su piattaforma digitale, il I Transnational Workshop del Progetto di ricerca internazionale “Tr@ck-in: Public Employment Services Tracking Effectiveness in Supporting Rural NEETs”.
Il Progetto è finanziato dal Fondo Internazionale “EEA and Norway Grants”, che si basa su elargizioni provenienti da Islanda, Liechtenstein e Norvegia, nell’ambito della call “Unlocking Youth Potential”.
Questa Call è pienamente in linea con l’8° Goal dell’Agenda 2030 ONU per lo sviluppo sostenibile, che sancisce “Lavoro dignitoso e crescita economica”, in particolare con il punto 6, che riguarda la riduzione della quota dei NEET (giovani che non lavorano, non studiano e non sono impegnati in attività di formazione).
Il team che si è aggiudicato il finanziamento prende le mosse dalle attività della COST Action 18213, dedicata allo studio dei giovani NEETs nelle realtà rurali. Le COST Action sono infatti dei progetti finanziati dall’Unione Europea, che comprendono reti di aziende e organizzazioni di Ricerca provenienti da almeno cinque Paesi europei, finalizzate allo studio di tematiche di rilevante interesse economico-sociale e che consentono ai partecipanti di ampliare le proprie conoscenze e il proprio network di collaborazioni.
“Unlocking Youth Potential”, in base alla traduzione letterale, significa “sbloccare il potenziale dei giovani” ed il presente progetto “Track-in” si configura come un’opportunità molto interessante per aiutare i giovani a completare il proprio percorso di transizione scuola-lavoro e raggiungere finalmente un’occupazione. Obiettivo primario del progetto riguarda, infatti, lo studio dell’impatto in termini occupazionali delle interazioni intercorrenti tra i Centri per l’Impiego ed i giovani NEET di età compresa tra i 25 ed i 29 anni che vivono nelle aree rurali. L’attenzione sarà dedicata sia ai canali utilizzati per tali contatti, digitali o personali, sia ai programmi e alle attività in oggetto.
La compagine progettuale ha un forte contenuto interdisciplinare, essendo composta da psicologi, sociologi, esperti di politiche pubbliche e di sistemi educativi e da statistici. Pur nelle loro diversità, tali studiosi sono tutti uniti dalla passione dello studio dei problemi giovanili e delle realtà rurali, che, in molti paesi europei, ancora rappresentano un ambiente di emarginazione e mancanza di opportunità lavorative. Il Consorzio è coordinato dall’Istituto Universitario di Lisbona (ISCTE), e in particolare dal professor Francisco Simoes, psicologo alla guida anche della su citata COST Action. Gli altri enti di ricerca coinvolti nel progetto sono l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove è presente la prof.ssa Elena Marta, che coadiuva il prof. Simoes nella direzione del progetto e dalla grande esperienza in tema di NEET in Italia, e le Università spagnole di Malaga e Girona, la South-Est University Neofit Rilski in Bulgaria, l’Istituto di Scienze Sociali dell’Università di Lisbona, l’Associazione Open Youth Centres in Estonia, l’Università di Vilnius in Lituania e l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”.
All’Università Parthenope, in particolare al suo staff composto da Giovanni De Luca, ordinario, Antonella Rocca, associato e portavoce dell’Unità di ricerca di Napoli, Paolo Mazzocchi, associato, Claudio Quintano, emerito, già Rettore dell’Università, tutti del settore scientifico-disciplinare di Statistica Economica –Dipartimento di Studi Aziendali e Quantitativi, è affidato il delicato compito di curare l’analisi statistica dei dati che saranno raccolti presso gli Uffici pubblici di impiego. Il team Parthenope sarà affiancato dai componenti delle altre Università, coinvolte nel progetto e si avvarrà della collaborazione, in qualità di esperto, dell’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (ILO).
La tematica è di grande attualità, se si pensa alle difficoltà che incontrano i giovani quando, terminati gli studi, si cimentano a fare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Tali difficoltà, dipendono dal fatto che essi, a differenza degli adulti, non posseggono esperienza lavorativa, né sanno come muoversi nella ricerca di lavoro e, in molte realtà, e sicuramente il caso italiano è uno di queste, la scuola non fornisce loro le skill richieste dal mercato del lavoro, skill che essi sono quindi costretti ad acquisire, molto frequentemente, solo dopo aver terminato gli studi. In tale contesto, gli Uffici del pubblico impiego possono svolgere un ruolo determinante nel fornire una guida ai giovani, nel proporre loro iniziative atte a facilitarli in tutte queste attività. Ma quali delle iniziative svolte da tali Uffici si dimostrano effettivamente utili ai giovani nella loro ricerca di lavoro? La prorompente conversione di molte attività in formato digitale, trainata dalla pandemia da Covid-19, può davvero rappresentare per i giovani che vivono nelle aree rurali, e quindi, fisicamente lontani dalle Istituzioni, un modo per colmare il gap, tra l’altro, con i loro coetanei che vivono negli agglomerati urbani? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui il Progetto cercherà di dare delle risposte.
L’individuazione delle politiche e delle iniziative più efficaci proposte dagli Uffici del pubblico impiego per favorire l’inserimento lavorativo da parte dei giovani è, ora più che mai, indispensabile, al fine di garantire la ripetizione di queste “best practices” anche in altri contesti territoriali, meno organizzati. Il momento storico che stiamo vivendo, con le opportunità provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sono, per l’Italia, un’occasione irripetibile. Non ci resta, pertanto, che indirizzare un grosso grande in bocca al lupo all’intera compagine coordinata da Lisbona. A noi, in particolare dell’Unità della Parthenope di Napoli, deriva l’impegno di continuare ad essere sensibili ai problemi del territorio e dei suoi giovani, la cui condizione è notevolmente peggiorata a causa della recente crisi pandemica.
*Unità di Ricerca dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope (portavoce)