San Gennaro pensaci tu

264

Quando il Concilio Vaticano II definì San Gennaro un santo minore destinato al culto locale, molti fedeli scrissero sui muri: “San Genna Futtetenn”. Gennarì, Faccia Gialla o “Guappone”, come viene chiamato usando alcuni tra i suoi innumerevoli appellativi, per fortuna se n’è davvero fregato e, nonostante qualche pigrizia nelle liquefazioni, è rimasto a occupare saldamente lo scranno di patrono indiscusso della città. Maurizio Ponticello, storico e “cacciatore di storie”, ha raccolto in un poderoso volume – Un giorno a Napoli con San Gennaro, Newton Compton Editori – tutte le vicende, le curiosità, i miti sul santo più popolare del mondo. L’autore perlustra ben 17 secoli di materiali con la serietà dello studioso e l’intelligenza di un detective. Una grande ricchezza narrativa e documentaria, una ricerca a 360 gradi che non ha tralasciato nulla, che ha tenuto conto della vasta bibliografia e di tutte le fonti storiche, filologiche, letterarie, artistiche, cinematografiche che si sono occupate in qualche modo del santo, riuscendo a coniugare divulgazione e analisi, leggenda e cronaca. Da quel 305 d. C., anno del martirio a Pozzuoli, alle vicende più recenti, non trascura nulla del percorso di Gennaro, vescovo di Benevento e prodigioso santo dello scioglimento del sangue. Non sono poche le incongruenze e le contraddizioni. Dimenticato per secoli, torna il 17 agosto del 1389, con la prima descrizione del miracolo, poi ancora silenzio finché le sue vicende non s’intrecciano con quelle del potere. La Chiesa e la politica se lo contendono e tutti, per convenienze varie, cercano di tenerselo buono. Eppure San Gennaro non divide, piuttosto mette d’accordo tutti ed è, forse, questo il vero miracolo del suo martirio. Pur stando al centro di molte diatribe, storiche, religiose, civili, alla fine, si è fatto portatore di un senso comune e, mettendo d’accordo potere spirituale e laico, ha mantenuto la sua funzione di protettore della fede e della città. In questo modo, ha sottolineato Titti Marrone, da paladino si è trasformato in condottiero, in comandante che incita il popolo il quale, sotto la bandiera di Januario, riconquista la dignità di una città. Un santo evocativo e comunitario, emblema identitario della città e simbolo di speranza. Tertulliano nel III secolo d.C. scrive che “Il sangue dei martiri ha una virtù particolare: è seme di nuovi cristiani”. Un patto ancestrale intorno al quale “non è cresciuta solo la devozione inesauribile di un popolo, la ricerca di una sicurezza contro le tragedie della natura e quelle dell’uomo, bensì anche un sapere indiziario alla ricerca continua di una spiegazione per l’inspiegabile”. Religione, scienza, potere: al suo cospetto si è accumulato un patrimonio più ricco del tesoro della regina d’Inghilterra e degli zar di Russia; il suo culto conta 25 milioni di devoti in tutto il mondo. Tra fatti e racconti, date e primati, ricerche antropologiche, chimiche, molecolari, ipotesi esoteriche, parallelismi con altri personaggi della storia di Napoli, Virgilio mago tra tutti, Maurizio Ponticello conduce il lettore dentro il mistero di un successo intramontabile, sugella la fiducia in un interlocutore partecipe e competente.  Perciò qualunque cosa accada: San Gennaro pensaci tu.