San Carlo, Otello esotico per i 25 anni della “scuola” Razzi

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Dopo il il successo straordinario del natalizio Lo Schiaccianoci, ed in vista del sempreverde Giselle di primavera, il teatro San Carlo propone un Dopo il il successo straordinario del natalizio Lo Schiaccianoci, ed in vista del sempreverde Giselle di primavera, il teatro San Carlo propone un gran titolo al proprio pubblico, l’Otello di Fabrizio Monteverde sulle musiche di Antonin Dvorak. Titolo sempre più impreziosito negli anni dallo stessoMonteverde che, dopo la partitura di Federico Bonetti Amendola, ha riservato le proprie attenzioni allo spartito di Dvorak, appunto. Qui l’Otello, rappresentato da Josè Perez, è un uomo diverso dagli altri, non solo evidentemente per il colore della pelle ma, soprattutto, per le regole del gioco che decide consapevolmente di adottare per sé e per gli altri. Un gioco al quale si intrecciano i destini della Desdemona di Anbeta Toromani e dello Iago di Alessandro Macario, primo ballerino sempre più primo della compagnia di balletto del San Carlo. Al Teatrino di Corte del Massimo napoletano, da martedì 10 a martedì 17 febbraio, la tragedia di William Shakespeare la farà da padrone nel porto franco dell’immaginario mare simil-esotico di Venezia o Cipro, dove le irrefrenabili passioni dei protagonisti cedono spesso e volentieri il passo alla gelosia ed al delitto. La tragedia è stata sempre oggetto di entusiastici interventi, basti pensare ai mostri sacri della letteratura e della musica Victor Hugo e Giuseppe Verdi, seppur in termini e modalità differenti. Il nostro Fabrizio Monteverde, dal canto suo, ha proiettato il triangolo delle vicende shakespeariane in un’avvincente coreografia, supportata dalle frequenti forzature enfatiche di Antonin Dvorak, in un essenziale contrappunto ironico dell’azione dei personaggi. “Sono orgoglioso di interpretare una tragedia come l’Otello – ammette Alessandro Macario -; del resto Iago è uno di quei personaggi che arricchiscono oltremodo il repertorio personale di un ballerino. Essere versatile significa proprio questo: riuscire ad esserlo tanto in scena di un sol titolo, tanto nel corso di una carriera intera”. Considerando la perdurante ed inconcepibile assenza di una direzione artistica per la compagine di balletto per un teatro di tradizione quale il San Carlo, non si può dimenticare affatto l’acume e l’abnegazione del mai tre de ballet cubano Lienz Chang, direttore in pectore di un ensemble sempre più giovane e galvanizzato dai buoni risultati conseguiti in questi ultimi anni. “È sempre più bello tornare a calcare il palcoscenico di casa mia – precisa Alessandro Macario – soprattutto per l’opportunità di lavorare con i coreografi ospiti ed i tanti giovani miei colleghi nati nella Scuola di Ballo del San Carlo, la più antica d’Italia diretta dall’infaticabile Anna Razzi, mia musa ispiratrice da un bel po’ di anni.” A questa voce si unisce l’intera comunità della danza napoletana, stretta attorno alla Razzi per festeggiare in questo 2015 il venticinquennale della direzione artistica della Scuola di Ballo. “Ringrazio in ogni occasione chi mi ha supportato in questi lunghi anni di lavoro – sostiene la Razzi – così come con gran determinazione invito il maggior pubblico possibile ad andare a teatro, in questa circostanza al Teatrino di Corte, per assistere alle grandi opere del balletto, come questo Otello di Fabrizio Monteverde”.