San Carlo, la Scuola di Ballo cambia passo con Fournial

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E’ cominciato il secondo anno della direzione della Scuola di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli di Stephane Fournial ma in giro si parla d’altro. Non che la scuola passi in secondo piano, anzi. Eppure c’è la cattiva e diffusa abitudine di distrarsi facilmente al cospetto dei grandi nomi e dei titoli sparati sui cartelloni di tutto il mondo della danza. Noi però preferiamo bypassare i soliti circuiti ed andare al centro della questione coreutica partenopea. Fermo restando che il 90% degli effettivi dell’attuale compagnia di balletto del Teatro di San Carlo è frutto del vivaio della Scuola di Ballo, crediamo fermamente nel lavoro a lunga gittata portato avanti con discrezione dal direttore francese Stephane Fournial.
Intanto ci si sta dotando finalmente di una programmazione didattica permanente così da disciplinare per sempre la metodologia e le competenze dei nuovi danzatori sancarliani, così come lo stesso direttore ha voluto riportare in auge la bella vecchia abitudine di far studiare gli allievi dei corsi propedeutici di danza con i pari età del Coro delle Voci Bianche diretti da Stefania Rinaldi, e magari vederli presto tutti insieme ad intonare i dolcissimi cori del valzer dei Fiocchi di Neve de “Lo Schiaccianoci” di Lev Ivanov e Piotr ilich Ciaikovskij. Titolo che del resto rientra nel novero del repertorio romantico così caro a Stephane Fournial, un balletto che è una pietra miliare dell’intera cultura di danza da insegnare corso dopo corso ai centocinquanta allievi della Scuola di Ballo più antica d’Europa.
Un lavoraccio portato avanti da un anno circa che dovrebbe guardare ben oltre il mandato triennale del direttore francese, già partner della protagonista di questi giorni di passione Carla Fracci. “Sono stato a Napoli più volte – ricorda Stephane Fournial – e spesso proprio con la Fracci. Evidentemente era scritto nel mio destino tornarci con un nuovo incarico. Sono felice di lavorare con questi ragazzi e spero di portarli il più in alto possibile, con una programmazione a lungo termine e tanti sacrifici quotidiani.”

Le ore di lavoro sono inevitabilmente aumentate per i ragazzi, si studia tutti i giorni almeno tre ore con una massiccia dose di approfondimento del repertorio e della tecnica maschile, così necessari per una carriera di successo sui palcoscenici del mondo. Ore di lavoro aumentate anche per il corpo-docenti, chiamato in toto nelle commissioni delle audizioni e nella continua formazione ed aggiornamento cui vuole sottoporli il direttore francese nell’ottica di una più veloce risalita della china coreutica del giovane ensemble. “Abbiamo rafforzato l’utilità del convitto per gli allievi fuorisede – continua Fournial – così da poterci permettere un ulteriore aumento delle ore di lavoro a disposizione. Stiamo cercando di ottimizzare le risorse, le sale, gli insegnanti e le discipline così da programmare razionalmente tutte le attività e le iniziative della nostra scuola. Nel frattempo abbiamo cambiato il segno docimologico con una valutazione in ventesimi, dove la sufficienza si raggiunge con il dieci ed il massimo auspicabile può essere un insolito diciassette. Restano invece le prove trimestrali in vista dell’esame di fine anno accademico come tradizione. Infine mi sto adoperando per strappare benefici privati o mecenati moderni che aiutano gli allievi meno abbienti a poter frequentare la nostra scuola con l’attribuzione di borse di studio. Sto sollecitando l’intera società civile della regione per smuovere le stagnanti acque dell’arte e della cultura, magari tutto appannaggio della storica e blasonata Scuola di Ballo del nostro teatro.”

Buonissime intenzioni portate avanti con forza dal direttore francese, pronto a riscrivere la storia della danza cittadina con l’istituzione dell’Associazione “Amici della Scuola di Ballo del San Carlo”, un’idea che pian piano sta diventando realtà per far fronte alle solite annose questioni economiche della città e del teatro. Del resto Fournial non è nuovo a simili imprese, soprattutto se si pensa a quelle del palcoscenico del giugno scorso. Dopo venticinque lunghi anni di passi d’addio, il francese ha voluto offrire un nuovo spettacolo ed un nuovo contributo alla sua scuola ed alla città intera. Uno spettacolo capace di offrire il repertorio ottocentesco classico, attraverso la scelta di brani eccellenti dei grandi coreografi e dei compositori più noti così da mettere in mostra i suoi baldi giovani al cospetto dei miti del passato in una magica miscellanea. Un’operazione che in verità non appartiene alle altre due accademie nazionali di Roma e Milano più avvezze al repertorio contemporaneo, evidentemente più abbordabile in vista della prova della scena. E così il 26 ed il 27 novembre al Teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli la Scuola di Ballo tornerà in scena, ancora con un viaggio nel mondo del repertorio intitolato “In punta di piedi…..estratti dal repertorio classico” dove la duplice accezione dell’andare in punta di piedi sta proprio nell’uso delle scarpette di punta delle numerose allieve in scena ma, forse soprattutto, nelle buone e discrete maniere dell’ensemble di misurarsi con il repertorio ottocentesco. Un modo rispettoso e mai irriverente, colto e raffinato, di studiare in sala ogni giorno e rappresentare in scena per due serate le tracce salienti dei titoli di balletto più noti. Un modo come un altro di entrare dalla porta principale della danza senza fare troppo rumore. Proprio come piace al direttore francese Stephane Fournial, fedele custode della programmazione didattica della danza napoletana che verrà.