Salute, “Terapia sicura” in Terra dei fuochi Al via task force Medigenia-Crom-Pascale

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Nel cuore della Terra dei Fuochi, 30 mila persone saranno sottoposte a monitoraggio intensivo per prevenire il rischio di refrattarietà ai medicinali, un rischio che in Campania registra i picchi più alti d’Italia anche a causa delle anomale incidenze di Nel cuore della Terra dei Fuochi, 30 mila persone saranno sottoposte a monitoraggio intensivo per prevenire il rischio di refrattarietà ai medicinali, un rischio che in Campania registra i picchi più alti d’Italia anche a causa delle anomale incidenze di tumori. Il progetto “Terapia sicura” sarà coordinato da una task force formata dalla startup friulana Medigenia in collaborazione con il Crom di Mercogliano e l’Istituto Pascale di Napoli.


  A volte non sortiscono alcun effetto, altre volte possono addirittura essere pericolosi. È vero, Kock e Pasteur hanno cambiato il concetto stesso di salute e di malattia; è vero, la farmacologia moderna ha moltiplicato in pochi decenni l’aspettativa di vita di miliardi di uomini; ma è pur vero che ancor oggi molti nutrono nei confronti dei farmaci un atteggiamento tutt’altro che scientifico, per molti versi fideistico. Ci si dice, “non può che far bene”, al limite “non farà niente”. Ma non è così. Le reazioni avverse ai farmaci rappresentano la quarta causa di morte nei Paesi occidentali, gravando sui sistemi sanitari mondiali per una cifra superiore ai 3 miliardi di dollari all’anno. “Si stima che circa il 9 per cento dei pazienti su scala globale sia refrattario alla terapia farmacologica, ovvero non risponde ai medicinali seppur corretti”, spiega Silvia Ussai, giovanissima responsabile dell’Unità di Rischio Farmacologico “Medigenia” in Friuli Venezia Giulia e anima della task force d’eccellenza che entro la prossima primavera verrà attivata in Campania in collaborazione con il Crom di Mercogliano e l’Istituto Pascale di Napoli. Un’azione particolarmente necessaria, visto il Sud e in particolare la Campania mostrano un rischio farmacologico aumentato addirittura del 32 per cento rispetto alle altre regioni italiane. “Per sintetizzare – continua la scienziata – stiamo parlando di un rischio strettamente correlato ai farmaci assunti, da cui è logico ipotizzare che i campani consumano più medicinali di altri”. Anche se non ancora dimostrato pare tuttavia sensato indicare tra le ragioni di quest’altro triste primato la bomba sanitaria della Terra dei Fuochi. “C’è una concordanza in questo senso poiché nei territori sottoposti a sversamenti illegali è aumentata l’incidenza di patologie come il cancro, che notoriamente implicano l’utilizzo massivo di medicinali”. Screening della popolazione – Ora, più medicinali significa più terapie (politerapia), e più terapie concentrate su una determinata fetta di popolazione significa un maggior rischio di refrattarietà o avversità ai farmaci, O comunque ad alcuni tipi di farmaci. Un rischio che può tradursi in un’ulteriore diminuzione dell’aspettativa di vita (circa 10 anni in meno rispetto alla media) in un territorio già martoriato di suo. Se per tutto il resto c’è bisogno di ben altro che una task force, la partnership tra Medigenia (premiata in occasione di ItaliaCamp 2012), Crom e Pascale mira a dare una risposta precisa almeno su questo tipo di rischio. Lo scopo del progetto è nel nome: “Terapia sicura”, i mezzi per realizzarlo saranno il monitoraggio intensivo della popolazione e indagini genetiche personalizzate. Il budget messo a disposizione da una partnership pubblico-privata è per questa prima fase di circa 500mila euro. Dallo screening dei pazienti politerapici sarà possibile individuare i casi di refrattarietà e quindi procedere a una correzione del dosaggio dei medicinali o alla prescrizione di farmaci alternativi tagliati sui a “misura” di Dna. Riduzione del rischio – “Prevediamo di ridurre il rischio di refrattarietà ai medicinali dal 9 al 3 per cento. Il dato assoluto può sembrare modesto, ma in termini relativi parliamo di un abbattimento del 70 per cento di rischio”, conclude la Ussai, che dirigerà il team. Grande soddisfazione anche da parte di Gennaro Ciliberto, direttore scientifico del Pascale.“Siamo molto lieti di partecipare all’ambizioso progetto Terapia Sicura insieme ad una delle start up italiane maggiormente impegnate nel processo di innovazione sociale. L’attività congiunta – sottolinea Ciliberto – permetterà la creazione di un network d’eccellenza a disposizione del territorio campano”. A presiedere la task force sarà invece lo scienziato partenopeo Antonio Giordano, direttore della Sbarro Health Research Organization di Philadelphia, cui si affiancherà Riccardo Petelin (Project Manager) e la ricercatrice Francesca Pentimalli.