Salome senza tempo al San Carlo

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Nell’allestimento visionario di Manfred Schweigkofler, di ritorno a Napoli dopo aver tenuto a battesimo la prima assoluta di “Rusalka” nella scorsa stagione, va stasera in Nell’allestimento visionario di Manfred Schweigkofler, di ritorno a Napoli dopo aver tenuto a battesimo la prima assoluta di “Rusalka” nella scorsa stagione, va stasera in scena al San Carlo la “Salome” di Richard Strauss. L’ambientazione viene spostata in tempi moderni portando in scena un vecchio Erode sempre più assetato di potere e trascinato dai suoi appetiti sessuali, fino a compromettere col suo comportamento i principi fondanti dello Stato. L’opera verrà proposta, nell’ambito della Spettacolo Stagione di Opera e Balletto 2013-2014, dal 15 al 26 novembre, per cinque rappresentazioni complessivamente. Le scene sono di Nicola Rubertelli e i costumi di Kathrin Dorigo. Le coreografie sono affidate a Valentina Versino. Sul podio del massimo partenopeo, torna il Maestro Nicola Luisotti. Lo spettacolo, dramma musicale in un unico atto, è proposto in lingua originale con i sovratitoli in italiano. “Salome”, centrata sul libretto di Hedwig Lachmann tratto dall’omonimo poema di Oscar Wilde, venne rappresentata per la prima volta alla Königliches Opernhaus di Dresda nel dicembre del 1905, con la direzione di Ernst von Schuch e ottenne un successo clamoroso. La prima rappresentazione italiana è dello stesso dicembre 1905, dove al Teatro Regio di Torino, il compositore stesso fu protagonista della direzione dell’Orchestra. La partitura era già terminata il 20 giugno 1905, e si configurò da subito come un punto centrale della produzione musicale di Strauss oltre a segnare un evento centrale nell’intera storia del Teatro. La vicenda, articolata in tre scene, è ambientata nella reggia di Erode a Gerusalemme, ed è famosa, tra l’altro, per la celebre “danza dei Setti Veli” che descrive una novità, restituendo all’immaginario, sostenuto dalla musica, una danza di espressione e non una danza di solo movimento capace di illustrare gli aspetti intimi e i sentimenti drammatici più profondi. Il sipario, che si leva senza preparazione strumentale, configura l’inizio di una azione articolata in due sezioni principali legate fra di loro da un interludio sinfonico di grande ampiezza capace di dare continuità espressiva agli avvenimenti narrati. I solisti di canto sono Kim Begley, “Erode”,Natascha Petrinsky,“Erodiade”, Annemarie Kremer, Salome”, Markus Marquardt, “Jochanaan”, Wookyung Kim, “Narraboth”.