Salario minimo, al Senato riparte battaglia comune opposizioni

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Roma, 16 gen. (askanews) – Torna al Senato la battaglia delle opposizioni per il salario minimo: il Pd, Azione e Alleanza Verdi Sinistra, a quanto si apprende, stanno preparando un emendamento unitario da presentare domani in commissione Politiche Ue alla legge di delegazione europea 2022/2023.

Tra le direttive da recepire attraverso il ddl già approvato alla Camera c’è la direttiva Ue 2022/2041 del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 ottobre 2022 relativa a salari minimi adeguati nell’Unione europea. Il termine di recepimento è fissato al 15 novembre 2024. La Direttiva Ue fissa dei principi, non stabilisce l’obbligo per gli Stati membri di introdurre un salario minimo legale. Per le opposizioni tuttavia si tratta comunque dell’occasione per riprendere una battaglia sulla quale brucia ancora la sconfitta recente alla Camera: è passato poco più di un mese, infatti, da quando la maggioranza ha approvato in prima lettura a Montecitorio una legge delega al governo per un provvedimento sull’equa retribuzione. Provvedimento che di fatto ha stoppato la proposta di legge a prima firma del leader M5s, Giuseppe Conte, condivisa da tutte le opposizioni, che prevedeva il salario minimo di 9 euro all’ora.

Quella legge delega ora giace nella commissione Affari sociali, sanità e lavoro a Palazzo Madama che non ha ancora iniziato a esaminarla. Nel frattempo, per riprendere la battaglia sul salario minimo, cara alla segretaria dem Elly Schlein, si sceglie la legge di delegazione europea su cui domani alle 16 è previsto il termine per gli emendamenti. È altamente probabile che un emendamento per il salario minimo arrivi anche da M5s e non viene escluso che alla fine i pentastellati sottoscrivano la stessa proposta di modifica cui sta lavorando il resto dell’opposizione.