Sacmif, alta tecnologia per la nuova versione della Seggiovia di Anacapri

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di Massimo Cerrotta

Con l’arrivo della primavera riapre a Capri anche la stagione turistica, e con essa la celebre seggiovia di Anacapri, che dal centro del paese conduce fino alla vetta di Monte Solaro, punto più alto dell’isola di Capri e osservatorio privilegiato dal quale godere a pieno di tutta la bellezza del Golfo di Napoli.
L’impianto, fornito di 156 sedie per un percorso complessivo di 13 minuti attraverso la macchia anacaprese, si presenta oggi al pubblico in una veste totalmente rinnovata dal punto di vista della tecnologia e della sicurezza. In occasione dei suoi 20 anni, la seggiovia di Anacapri è infatti il primo impianto di questo tipo nel Sud Italia a rispondere alla nuova normativa in materia di sicurezza prevista dalle legge 203 del 2015. Il nuovo quadro elettrico all’avanguardia permette infatti di eseguire delle analisi costanti lungo tutto il percorso, così da isolare eventuali anomalie e predisporre immediatamente delle contromisure tempestive. La trasmissione dei dati tra la stazione di monte e quella di valle avverrà inoltre tramite fibra ottica, in modo da rendere la comunicazione più veloce ed efficace. Implementato anche un sistema di raffreddamento a liquido che evita il surriscaldamento degli impianti nei mesi più caldi, quelli che peraltro vedono anche l’utilizzo più continuativo della seggiovia. Un’adeguamento totale, dunque, effettuato dalla S.A.C.M.I.F. S.r.l., per un impianto che conduce ad una delle più straordinarie vedute che l’isola possa offrire: da un lato la piana di Anacapri e dall’altro i Faraglioni. Sul versante occidentale di Monte Solaro, a strapiombo su Marina Piccola, si trova poi l’Eremo di Santa Maria a Cetrella, costruito intorno al 1400 e abitato dagli eremiti francescani e domenicani fino alla fine dell’Ottocento. Il nome “Cetrella” sembrerebbe trovare la sua origine nella cedronella, tipica pianta della flora caprese dal piacevole odore di limone. Un’altra ipotesi ricondurrebbe invece la genesi del toponimo alla presenza di un antico tempio dedicato a Venere Citerea.