Russia, affondo di S&P:
rating tagliato a “spazzatura”

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A cura di Antonio Arricale Standard & Poor’s ha deciso: in questo momento il debito in valuta estera della Russia è “spazzatura” con outlook negativo, cosa che non esclude un ulteriore peggioramento A cura di Antonio Arricale Standard & Poor’s ha deciso: in questo momento il debito in valuta estera della Russia è “spazzatura” con outlook negativo, cosa che non esclude un ulteriore peggioramento nei mesi a venire. L’agenzia di rating statunitense, che già ad aprile aveva dato una prima sforbiciata al rating russo, non ha avuto dubbi nell’emettere il fatidico verdetto sul primo esportatore di petrolio al mondo. Secondo gli analisti dell’agenzia Putin non è stato in grado di contrastare in maniera opportuna gli effetti delle sanzioni imposte a Mosca dall’Occidente per il suo coinvolgimento del conflitto ucraino e il crollo delle quotazioni del greggio, dunque ora il rating ne paga le conseguenze, portandosi al livello di Stati quali la Bulgaria e l’Indonesia. Il taglio del giudizio ha penalizzato anche il rublo, già provato da mesi di vendite a piene mani. A picco anche la Borsa russa: l’indice Micex che comprende i 50 titoli più liquidi tra le principali emittenti russe ed è denominato in rubli, sta contenendo le perdite entro lo 0,16% ma l’indice RTS, che è uguale al Micex ma è denominato in dollari, sta affondando con un -2,59%. S&P è la prima agenzia di rating tra le “grandi” ad essersi espressa sulla Russia. E’ probabile che a breve arrivino anche i giudizi di Fitch e Moody’s. Borse asiatiche Tornano gli acquisti sul Nikkei. Questa mattina l’indice della borsa nipponica ha chiuso le contrattazioni in crescita dell’1,72% a 17768 punti, salendo così sui massimi da inizio anno. L’indebolimento dello yen nei confronti delle altre principali valute in concomitanza con il rialzo di ieri a Wall Street e con quello delle piazze azionarie europee, ha agevolato l’ascesa dell’indice nipponico. C’è ottimismo nonostante il risultato delle elezioni greche abbia portato alla netta affermazione dell’estrema sinistra di Tsipras, ma c’è anche la convinzione che il nuovo governo ellenico non condurrà la Grecia fuori dall’euro. Contrastate le altre principali piazze azionarie asiatiche con Seoul che ha chiuso in crescita dello 0,86% mentre Hong Kong arretra dello 0,4% e Shanghai cede lo 0,7%. Sul fronte macroeconomico da segnalare l’ulteriore indebolimento in gennaio per la fiducia delle Pmi del Sol Levante che scende ai minimi degli ultimi nove mesi. Secondo il sondaggio pubblicato dalla Shoko Chukin Bank, infatti, la fiducia delle piccole e medie imprese in Giappone è scesa in gennaio a 46,3 punti da 46,7 punti di dicembre (47,7 punti in novembre) e sotto alle previsioni per una lettura a 47,3 punti. Per febbraio la stima è di una crescita a 47,8 punti. In Cina invece continua la frenata dei profitti dell’industria. Secondo quanto comunicato dall’Ufficio nazionale di Statistica, infatti, nel mese di dicembre i profitti dell’industria sono calati del 8% su base annua (peggior performance in almeno un anno) dopo la flessione del 4,2% registrata in novembre. Nell’intero 2014 gli utili dell’industria sono cresciuti del 3,3% contro il 5,3% di progresso segnato da gennaio a novembre. Pechino ha inoltre tagliato gli obiettivi di progresso della produzione industriale dal 9,5 all’8% per quest’anno. Secondo Zheng Lixin, portavoce del ministero di Industria e Information Technology, anche questo target sarà difficile da raggiungere a causa del rallentamento dell’economia della Cina. Nel 2014, la produzione industriale a valore aggiunto è cresciuta dell’8,3% rispetto al 2013, anno in cui aveva segnato un progresso del 9,7% sul precedente. Il Pil cinese lo scorso anno è cresciuto del 7,4% nel più moderato incremento registrato in decenni. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta dell’ottava in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,03%, l’S&P 500 lo 0,26% e il Nasdaq Composite lo 0,29%. La vittoria del partito di sinistra radicale in Grecia non ha avuto ripercussioni sui mercati europei e a Wall Street. Il leader di Syriza, Alexis Tsipras, ha intenzione di porre fine a cinque anni di austerità nel paese ma difficilmente spingerà per una uscita dalla zona euro. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in ribasso. Il Dax30 di Francoforte cede lo 0,1%, il Cac40 di Parigi lo 0,25%, il Ftse100 di Londra lo 0,08% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,2%. Sul fronte settoriale vendite su petroliferi e banche. Italia Il Ftse Mib segna -0,30%, il Ftse Italia All-Share -0,23%, il Ftse Italia Mid Cap +0,20%, il Ftse Italia Star +0,38%. Mercati azionari europei poco mossi in avvio. Il governo cinese ha tagliato gli obiettivi di progresso della produzione industriale dal 9,5 all’8% per quest’anno. Secondo Zheng Li xin, portavoce del ministero di Industria e Information Technology, anche questo target sarà difficile da raggiungere a causa del rallentamento dell’economia della Cina. Per Standard & Poor’s la Russia è spazzatura: ieri S&P ha abbassato il rating sul credito di Mosca da BBB- a BB+. Bancari in flessione con l’indice FTSE Italia Banche a -0,7% e l’EURO STOXX Banks a -0,5% circa. In evidenza BPER (-1,2%), Unicredit (-1,2%) e Banco Popolare (-1,4%). Incerti i petroliferi con il greggio che annulla il recupero visto nel pomeriggio di ieri. L’indice EURO STOXX Oil & Gas cede lo 0,5%. A Milano perde quota Eni (-1%) penalizzata dalla decisione di Exane di avviare la copertura sul titolo con giudizio underperform. Sale invece Saipem (+1,4%), probabilmente favorita dall’aggiudicazione da parte della concorrente francese Technip di due contratti da Stone Energy Corporation nel Golfo del Messico. STMicroelectronics (+2,2%) prolunga il rally e tocca i massimi da giugno 2011 in attesa dei dati trimestrali che saranno pubblicati questa notte. Intanto BofA-Merrill Lynch migliora la raccomandazione sul titolo da UNDERPERFORM a BUY. Ancora acquisti sui titoli del settore lusso/abbigliamento con Tod’s (+2,5% a 92,20 euro) in evidenza grazie a Citigroup che ha alzato il target sul titolo da 90 a 103 euro con raccomandazione BUY confermata. In ascesa anche Salvatore Ferragamo (+2%), Luxottica (+1,1%). Parte molto bene De’Longhi (+3,6%) che ieri pomeriggio a mercato chiuso ha comunicato che nel 2014 ha conseguito ricavi consolidati pari a circa € 1.726 milioni, in crescita di circa il 6,7% (circa +9,7% a cambi costanti). Nel quarto trimestre i ricavi sono pari a circa € 639 milioni, in crescita di circa l’8,1% (circa +9,8% a cambi costanti).


I dati macro attesi oggi Martedì 27 gennaio 2015 03:00 CINA Indice anticipatore dic; 06:00 GIA Indice fiducia imprese gen; 09:00 EUR Riunione Ecofin; 10:30 GB PIL (flash) T4; 14:30 USA Ordinativi beni durevoli dic; 15:00 USA Indice S&P-Case/Shiller (prezzi abitazioni) nov; 15:45 USA Indice Markit PMI servizi (flash) gen; 16:00 USA Indice fiducia consumatori (Conference Board) gen; 16:00 USA Vendite abitazioni nuove dic.