L’Iran torna in occidente dalla porta italiana e inietta una nuova linfa vitale nello spirito dei rapporti con i paesi Europei. Il tour che porta, infatti, il presidente iraniano Hassan Rouhani ed il suo numerosissimo staff in Europa, è cominciato a Roma il 25 e 26 di gennaio per poi proseguire i giorni successivi in Francia.
Una Roma blindatissima ha ricevuto, come si addice ai grandi eventi della storia, il suo ospite cha ha avuto molteplici appuntamenti iniziati il 25 del mese incontrando il presidente Mattarella ed il premier Renzi e concludendo con una visita storica a Papa Francesco nello Stato Vaticano a Roma.
Questo evento, che doveva avvenire nello scorso novembre e rinviatosi per gli attacchi terroristici di Parigi, ha sancito la fine delle ostilità tra i due mondi: Occidentale e Persiano.
Sono, infatti, archiviati i tempi duri dello scontro tra le due civiltà iniziate alla fine degli anni 70 con l’avvento della rivoluzione islamica Khomeinista e l’instaurarsi della repubblica islamica dell’Iran. Sono, ormai, alle spalle anni cupi di posizioni contrapposte su interessi geopolitici cha hanno avuto il loro culmine nella trattativa sul nucleare iraniano durata quasi un decennio.
Ora si parla di interessi comuni e sviluppo economico basato su rispetto e crescita reciproci.
Il presidente Rouhani ha incontrato a Roma il 26 mattina una delegazione numerosa di industriali ed imprenditori italiani di tutti i settori e loro relative associazioni e confederazioni, alla presenza di rappresentanti del governo italiano.
Nel suo esaustivo discorso davanti alla platea del Parco dei Principi di Roma, il presidente iraniano, dopo aver elencato i progressi compiuti dal suo governo nello stabilizzare il paese sia economicamente che politicamente, ha invitato i presenti ad investire in Iran per tornare ad occupare la posizione che fu delle imprese italiane prima delle sanzioni. Ha ricordato che allora lo scambio commerciale/industriale tra i due paesi raggiungeva circa 8 miliardi di Euro, mentre ora non supera il miliardo e mezzo.
Presenti per la parte iraniana, oltre al presidente ed il suo vice, c’erano il suo ministro degli esteri, il famoso negoziatore Zarif ed il ministro dell’industria. Mentre per la controparte italiana erano presenti, il ministro degli esteri Gentiloni, il presidente di Confindustria Squinzi ed il direttore dell’ “Italian Trade Agency” (ICE).
Il settore su cui il presidente iraniano ha proiettato la luce è l’agroalimentare, come se fosse una risposta al presidente del consiglio italiano Renzi che, qualche settimana fa, invitò gli italiani ad interessarsi maggiormente di questo settore, in cui si intravedono margini di crescita notevoli dal momento che il “food è il made in Italy più ambito”.
La stampa iraniana, ma anche quella mediorientale, ha enfatizzato la visita dandole dei significati molto importanti ed ha sottolineato in maniera particolare l’ospitalità degli italiani che hanno rispettato in tutti i dettagli la sensibilità religiosa dell’ospite.
Vengono, infatti, sottolineati due aspetti che non sono sfuggiti a nessuno: l’assenza di alcool dai tavoli durante le cene con l’ospite ed i nudi coperti di telo nero durante la visita ai musei capitolini. In entrambi i casi, l’ospite che è un uomo religioso non avrebbe potuto permettersi di assistere. Al contrario, si dice che in Francia non si avrà lo stesso trattamento e pertanto saranno evitati cene di ricevimento o viste a musei.
In Italia, naturalmente, invece di trarne giovamento, scoppiano le solite polemiche inutili, mentre l’ospite ha considerato la decisione sensata e di altissima sensibilità verso un ospite in visita.
Vorremmo chiudere con un’annotazione di tipo economico. Il presidente iraniano ha spesso citato la posizione geografica dell’Iran sul golfo persico che rappresenta per molti paesi dell’Asia centrale un approdo sul mare , paesi come l’Afghanistan, Turkmenistan, Kyrgyzstan, Azerbaigian , Armenia, Kazakhstan ed Uzbekistan. Tutti paesi che possiedono ricchezze naturali enormi ed alcuni di loro in veloce crescita. L’invito, quindi, all’Italia di sfruttare questa posizione per accrescere il valore di scambio commerciale con tutta la regione.
Il premier Renzi, accettando l’invito dell’ospite, si recherà presto in Iran e sarà, molto probabilmente, il primo premier di un paese occidentale a farlo dopo la fine delle ostilità. L’augurio che facciamo è che tutto questo attivismo politico dia un’accelerazione alla ripresa dei rapporti economici preferenziali di cui godeva l’Italia una volta.