L’Ambasciata d’Italia a Bucarest ha realizzato, in collaborazione con l’Università Babes-Bolyai di Cluj-Napoca, uno studio sull’impatto di investimenti italiani e commercio con l’Italia sull’economia romena, analizzando il periodo 2013-2023. Lo studio, partendo da dati ufficiali e da fonti proprie, mette in luce una fotografia positiva della presenza italiana in Romania, con investimenti e interscambio in crescita costante nel corso del decennio. Nonostante la frammentazione tipica del tessuto imprenditoriale italiano, che caratterizza anche le imprese in Romania, le aziende italiane hanno generato un impatto significativo sull’economia romena: basti pensare che quasi l’1.5% della forza lavoro locale è impiegata direttamente dalle principali imprese italiane (237 società con fatturato sopra i 5 Milioni di Euro, una piccola parte del totale di quelle operanti nel Paese). Lo studio conferma l’esistenza di un partenariato economico, industriale e commerciale profondo e variegato. La presenza italiana ha contribuito negli anni a far crescere l’economia romena, creando valore e opportunità di impiego. Gli investimenti italiani in Romania sono cresciuti costantemente, rappresentando il 7,55% del totale nel 2022, nonostante una recente diminuzione del tasso di crescita dovuta all’aumento dei costi della manodopera. Gli investimenti provengono principalmente dalle regioni settentrionali italiane, come Lombardia e Veneto. L’Italia si conferma quindi il quarto investitore in Romania, grazie alla presenza nel Paese di oltre 50.000 imprese con una partecipazione italiana al capitale. Anche il commercio bilaterale è cresciuto significativamente, soprattutto nello scambio di beni (che ammonta all’83% dell’interscambio), ma c’è ampio potenziale di crescita nel settore dei servizi. L’Italia è il secondo partner commerciale della Romania, sia in termini di importazioni sia di esportazioni, con circa 20 miliardi di interscambio.
I settori chiave in cui le aziende italiane hanno dato un contributo maggiore allo sviluppo economico romeno includono energia, costruzioni e infrastrutture e manifattura, mentre l’industria agro-alimentare e i servizi bancari e finanziari rappresentano aree di crescita futura. Lo studio non fornisce un quadro esaustivo della fitta rete di connessioni economico-commerciali esistenti fra Italia e Romania: si propone invece di fornire, in maniera organica e basata su una rigorosa analisi scientifica, una fotografia della strada percorsa, individuando nuove traiettorie per chiunque sia interessato alle relazioni economiche e commerciali fra i due Paesi. Lo studio, disponibile sul sito dell’Ambasciata, è stato presentato il 28 giugno all’Università Babes Bolyai di Cluj-Napoca con l’intervento dell’Ambasciatore Alfredo Durante Mangoni, del Rettore della UBB Danel David e dal coordinatore del Gruppo di ricerca Romanian Economic Monitor, Prof. Levente Szasz, alla presenza delle Autorità locali. È in programma nelle prossime settimane un evento di presentazione anche a Bucarest. Secondo l’Ambasciatore Durante Mangoni, oltre a contribuire alla crescita e modernizzazione dell’economia romena, “le imprese e le banche italiane contribuiscono anche a diffondere i valori dell’imprenditoria “Made in Italy”: creatività, flessibilità, integrità e rispetto della normativa, inclusione e solidarietà. Ai fondamentali di business si affianca l’attenzione per la responsabilità sociale e un’innata propensione all’innovazione. La ricerca di miglioramento dei prodotti, dei processi e di tutto l’ambiente economico contribuisce alla qualità del clima d’affari e al tenore di vita nelle località in cui le imprese italiane hanno scelto di stabilirsi. Questi valori e modelli aziendali, che discendono dalla comune matrice culturale latina ed europea, rendono più agevole per la Romania fare affari con l’Italia”.