Roma fuori dalla Champions, crolla il titolo in Borsa

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a cura di Antonio Arricale Immediata reazione in borsa del titolo As Roma che cede oltre 5 punti percentuali a Piazza Affari (insieme a Fca è il peggior performer di giornata sul a cura di Antonio Arricale Immediata reazione in borsa del titolo As Roma che cede oltre 5 punti percentuali a Piazza Affari (insieme a Fca è il peggior performer di giornata sul listino milanese) dopo la cocente delusione di ieri sera, all’Olimpico, per l’uscita anzitempo dalla Champions League. La squadra giallorossa – come si sa – è stata battuta in casa per 2-0 dal Manchester City e, dunque, non ha superato il turno di qualificazione (ha chiuso il girone al 3° posto con 5 punti). Per gli uomini di Rudi Garcia il cammino europeo ripartirà, ora, dall’Europa League. La mancata qualificazione agli ottavi della Champions League si traduce in minori introiti per la società giallorossa, quantificabili in 2,8 milioni di euro in meno, che andranno a vantaggio della Juventus, l’altra italiana che è invece riuscita a passare il turno. Il meccanismo di distribuzione della seconda metà del market pool (rapporto percentuale del numero di partite giocate sul totale di quelle disputate dalle squadre di ciascuna federazione) vede al momento andare alla Roma una cifra compresa tra 12,6 e 17,2 milioni di euro. L’entità finale del compenso per la partecipazione alla Champions della Roma dipenderà dal cammino della Juventus. Più vanti i bianconeri meno arriverà nelle casse della Roma. Il caso più favorevole per le casse dei giallorossi è un’eliminazione agli ottavi della Juve con introiti per 17,2 mln che si vanno ad aggiungere ai 18 mln già incassati di diritto per la qualificazione alla Champions League, gli 8,6 mln per la partecipazione al girone preliminare di qualificazione e i circa 8 mln di incassi delle tre partite casalinghe. Un bilancio comunque decisamente positivo se confrontato con lo zero dello scorso anno, quando la Roma non era presente in Champions League. Borse asiatiche Borse asiatiche negative questa mattina. Il Nikkei ha ceduto lo 0,89% attestandosi in chiusura a 17257 punti in scia al ribasso di ieri sera a Wall Street. Sulla borsa nipponica pesano il calo del prezzo del greggio ed il rafforzamento di ieri dello yen nei confronti delle altre principali valute, circostanze che hanno trascinato al ribasso i titoli del comparto energetico e quelli delle società esportatrici. In controtendenza invece i titoli delle compagnie aeree che traggono vantaggio proprio dal calo del prezzo del greggio che incide sensibilmente sui costi operativi. Negativi anche gli altri principali indici azionari asiatici con Hong Kong che cede lo 0,6%, Shanghai lo 0,5% e Seul che ha chiuso in calo dell’1,49%. Sul fronte macroeconomico secondo quanto comunica il ministero nipponico di Economia, Commercio e Industria, in Giappone l’indice di attività del settore terziario, rettificato s u base stagionale, è calato a 98,9 punti dalla lettura rivista di 99,1 punti per settembre. Il dato segna un declino dello 0,2% dopo il progresso dell’1% di settembre e in linea con le attese degli economisti. In ottobre, gli ordinativi di macchinari core (escludendo cioè quelli per la generazione elettrica e quelli navali) sono tornati a calare, dopo quattro mesi consecutivi in crescita, segnando una flessione del 6,4% a fronte del progresso del 2,9% di settembre (+4,7% in agosto) e contro attese degli economisti di Thomson Reuters per un declino del 2,4%. Il dato, secondo quanto comunica il governo nipponico, rappresenta una flessione del 4,9% su base annua contro il balzo del 7,3% in settembre e il calo dello 0,3% del consensus. Borsa Usa A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in netto ribasso. Il Dow Jones ha perso l’1,51%, l’S&P 500 l’1,64% e il Nasdaq Composite l’1,73%.In deciso calo i titoli petroliferi (Chevron -2,03%, ExxonMobil -2,93%) dopo il tonfo del prezzo del greggio. Il contratto scadenza a gennaio sul WTI ha perso il 4,51% a 60,94 dollari al barile. Costco +1,95%. La catena americana di ipermercati all’ingrosso ha chiuso il primo trimestre fiscale con un utile di 496 milioni di dollari (1,12 dollari per azione), in crescita del 17% rispetto allo stesso periodo di un anno prima. I ricavi sono aumentati del 7% a 26,87 miliardi. Gli analisti avevano previsto un Eps di 1,09 dollari su ricavi per 26,92 miliardi. Goldman Sachs -2,46%. Susquehanna ha tagliato il rating su l titolo della banca d’affari a “neutral” da “positive”. Yum Brands -6,26%. La catena di ristoranti ha fornito un outlook deludente. Per il 2015 è attesa una crescita dell’utile per azione del 10% rispetto al 2014. Gli analisti avevano previsto un incremento del 16%. Toll Brothers -7,82%. Il costruttore di case ha annunciato un utile per azione trimestrale inferiore alle attese. L’Eps nel quarto trimestre fiscale si è attestato a 0,71 dollari (consensus 0,73 dollari). Boeing -3,86%. Il titolo della rivale Airbus è crollato a Parigi dopo aver fornito previsioni inferiori alle aspettative. Belden +4,95%. Il fornitore di soluzioni di trasmissione dei segnali ha annunciato l’acquisto di Tripwire per 710 milioni di dollari. Europa Le principali Borse europee hanno aperto la seduta in rialzo. Il Dax30 di Francoforte guadagna lo 0,15%, il Cac40 di Parigi lo 0,5%, il Ftse100 di Londra lo 0,16% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,9%. Ieri le piazze finanziarie europee sono state spinte al ribasso dalle tensioni provenienti dalla Grecia e dal prezzo del greggio ai minimi da cinque anni. A penalizzare l’oro nero da un lato ci ha pensato il calo delle richieste atteso dall’Opec nel 2015 (dai 29,4 a 28,9 milioni di barili giornalieri per il greggio del cartello) e dall’altro l’inatteso incremento delle scorte statunitensi, salite nella settimana al 5 dicembre di 1,5 milioni di barili (-2,6 milioni per gli analisti). Nel comparto energetico -1,56% per BP che ha annunciato un piano taglia-costi per fronteggiare il crollo delle quotazioni mentre tra i finanziari -0,29% di Hsbc che secondo indiscrezioni avrebbe allontanato il capo della divisione trading valutario dopo le accuse di manipolazione del mercato dei cambi. Londra ha terminato la seduta in rosso dello 0,45% a 6.500,04 punti, Parigi è scesa dello 0,84% a 4.227,91 e l’Ibex ha lasciato sul parterre lo 0,62 per cento fermandosi a 10.396,9. Sostanziale parità del Dax (+0,06%) a 9.799,73. Italia Il Ftse Mib segna +0,59%, il Ftse Italia All-Share +0,57%, il Ftse Italia Mid Cap +0,29%, il Ftse Italia Star +0,07%. Piazza Affari ieri ha chiuso in ribasso virando in negativo dopo l’avvio debole di Wall Street e l’ennesimo scivolone delle quotazioni del petrolio ai nuovi minimi degli ultimi cinque anni. Dalla Grecia, dopo il crollo del giorno prima della Borsa di Atene, è arrivato un altro segnale preoccupante dalla curva dei rendimenti dei bond ellenici. Il tasso del titolo a 3 anni è arrivato al 9%, un rendimento maggiore rispetto a quello del decennale (8,3%). I timori sono concentrati sul quadro politico dopo la mossa del premier Samaras di indire in anticipo le presidenziali. Una decisione che potrebbe spalancare le porte alle elezioni anticipate. Un’altra fonte di preoccupazione riguarda le prospettive economiche della Cina, ieri al centro di indiscrezioni su un possibile ribasso delle stime. In questo quadro a Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso con un ribasso dello 0,88% a 19.217 punti. In rosso i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto l’1,58% a 10,55 euro, Popolare di Milano l’1,57% a 0,561 euro, Intesa SanPaolo lo 0,55% a 2,488 euro, Mediobanca il 2,09% a 7,025 euro, Ubi Banca il 2,60% a 5,99 euro, Unicredit lo 0,62% a 5,595 euro. Pesante FCA (-6,61% a 9,805 euro) dopo il rally delle precedenti sedute quando il titolo era salito oltre la soglia degli 11 euro per la prima volta dal lontano 2001. Male Saipem (-5,20% a 8,655 euro) dopo l’ulteriore strappo ribassista del petrolio: a New York il petrolio Wti ha aggiornato i minimi degli ultimi cinque anni sotto quota 62 dollari al barile. Il Cda di Saipem ha fatto sapere che la guidance per l’esercizio 2015 verrà fornita entro il prossimo febbraio. Tonica Prysmian (+2,78% a 11,18 euro) che ha festeggiato la promozione arrivata da parte di Goldman Sachs. Gli analisti del colosso bancario statunitense hanno promosso il titolo della società dei cavi a buy dal precedente neutral. Acquisti anche su Mediaset (+1,10% a 3,478 euro) in scia ai dati Nielsen sulla raccolta pubblicitaria. In ottobre la raccolta di Mediaset ha registrato una contrazione del 5,2%, un dato migliore rispetto al mercato delle emittenti televisive (-7%). Riguardo al mese di novembre, Publitalia ha comunicato che la raccolta pubblicitaria ha segnato una crescita di oltre il 7%.


I dati macro attesi oggi Giovedì 11 dicembre 2014 00:50 GIA Indice settore terziario ott; 00:50 GIA Ordinativi di macchinari ott; 08:00 GER Inflazione (finale) nov; 08:45 FRA Inflazione nov; 10:00 EUR Bollettino mensile BCE; 10:00 ITA Produzione industriale ott; 11:15 EUR BCE 2a tranche TLTRO; 14:30 USA Indice prezzi importazioni nov; 14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione; 14:30 USA Vendite al dettaglio nov; 16:00 USA Scorte delle imprese ott.