RoboSimian, è italiano il primo androide che percepisce il tatto

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Percepire tramite tatto artificiale rigidezza, dimensione, proprietà fisiche e consistenza di oggetti diversi durante la manipolazione robotica. Sono i risultati di uno studio – pubblicato sulla rivista scientifica “Frontiers in Neurorobotics” – di un gruppo di ricercatori italiani dellItituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che ha sensorizzato una delle mani artificiali di RoboSimian, il robot con quattro arti sviluppato dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, l’agenzia spaziale statunitense, e ideato per fornire un intervento immediato in caso di disastri e calamità naturali evitando di esporre i soccorritori a pericoli. Lo studio è stato realizzato dal Neuro-Robotic Touch Lab dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna in collaborazione col Jpl della Nasa e con l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) e l’Università Ca’ Foscari Venezia. Grazie alle sinergie messe in atto tra il progetto Parloma finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la Dubai Future Foundation attraverso la piattaforma Guaana.com e la Nasa, le mani robotiche di RoboSimian possono oggi afferrare oggetti anche delicati, senza distruggerli o farli cadere.