Uno degli atteggiamenti degli esseri viventi di ogni genere e specie, presente in essi dalla notte dei tempi, è l’istinto di conservazione. Tra le attitudini che meglio definiscono quel modo di comportarsi c’è quella del mettere da parte quanto più riesce loro e che, per un qualsivoglia motivo, pensano che potrà essere utile in un tempo differito. Dagli insetti all’uomo, sono i molti i soggetti che avvertono tale esigenza. La versione più elaborata di quell’ attitudine, va da sé, è riferita al solo genere umano e è il risparmio monetario. Consiste, come è noto, nel mettere da parte una quantitá del reddito o della rendita percepita. Di solito viene lasciata in uno stato di attesa e di sicurezza, prevalentemente presso aziende autorizzate all’esercizio del credito e quindi alla raccolta del denaro occorrente per svolgere quella attivitá. Quasi sempre i risparmiatori ricevono una remunerazione per aver deciso di affidare fiduciariamente i loro averi alla gestione di un soggetto abilitato a tanto. Quel comportamento è presente in tutti i modelli di economia e é studiato sotto le varie angolazioni economico politiche di dove in concreto viene attuato. Prendendo in considerazione le economie di mercato, come tali libere e concorrenziali, la scelta di risparmiare, posta in essere prevalentemente dalle famiglie ma non estranea alle aziende, è considerata uno dei capisaldi d’elezione di un sistema economico. Insieme all’indebitamento privato, è un elemento connotante della realtà socio economica presa in esame. Tutt’altra cosa è invece il debito pubblico, che merita considerazioni specifiche in un altro contesto. La peculiarità di consumare solo parte delle entrate è talmente importante che i testi di economia politica continuano a considerarla un presupposto valido soprattutto per lo studio della teoria della produzione. Più precisamente, quella parte di essa che si riferisce all’ equazione, in teoria soddisfatta sempre e comunque, risparmio= investimento. Essa è valida ancora oggi, anche se è necessario aggiungere che da qualche anno si sta concretando un’ altra espressione, quella del risparmio non investito in maniera convenzionale. È quello stesso che resta nella completa disponibilità del risparmiatore, senza alcun vincolo temporale o di altro genere, di conseguenza improduttivo o quasi. È motivato prevalentemente dallo spirito del tempo, la grande incertezza per il futuro, unita all’ appannamento di quelle prospettive che fino a qualche anno fa sembravano certezze e attualmente non più. È doveroso aggiungere che, in determinati ambienti e in tempi non lontani, il risparmio è stato gestito personalmente, vale a dire in casa. Significa che il denaro, principalmente le banconote, composte in mazzette ordinate, veniva conservato all’interno degli stessi materassi sui quali si dormiva. Altra possibilità era quella di usare il mattone del pavimento che si era scollato come chiusura della sottostante piccola “cassetta di sicurezza” fatta in casa, il più delle volte con una scatola delle scarpe. Il 31 ottobre di ogni anno, sia scusata la ripetizione, si celebra la Giornata Mondiale del Risparmio, giunta oramai prossima alla centesima edizione. L’ evento, come innanzi descritto è di per sé importante, tanto da essere celebrato dallo stesso Presidente della Repubblica. Ha inviato un messaggio all’ ABI, l’associazione Bancaria Italiana, che quest’ anno assume un significato e una valenza particolari, diffusi in tutto il mondo. È evidente che, perchè si possa risparmiare, è necessario che si crei nuova ricchezza, la stessa che a sua volta produrrá reddito. Il periodo storico attuale non è certo il più adatto perché ciò si verifichi. In alcuni casi il risparmio già accumulato è addirittura in parte eroso, non bastando a soddisfare le esigenze primarie il solo reddito familiare. Lo stesso vale per le aziende, che devono destinare parte degli utili giá prodotti e accantonati a supplire alla riduzione della quantitá di credito disponibile nel sistema. Nonostante quanto fin qui riferito, l’Italia resta campione d’Europa per la propensione a tale tipo di comportamento. Lo stesso è tanto importante che, seppure in maniera non ufficiale, il suo dato globale influenza anche il tipo di rating emesso periodicamente per ciascun paese dalle agenzie specializzate nonchè dalle banche e dagli istituti di credito centrali. Per quanto idilliaco possa sembrare il quadro, manca ancora qualcosa a tale deposito di Zio Paperone virtuale, che possa renderlo ancora più utile per la ripresa del Paese. Si tratta della possibilità concreta che esso sia investito, anche solo in parte, in infrastrutture e quanto altro possa essere utile per l’intero sistema socio economico Italia. Al momento, soprattutto per il completamento della provvista finanziaria necessaria alla realizzazione del PNRR: esso avrebbe la stessa importanza che ha ĺ’acqua per i pesci. Operazioni del genere, valga come premessa, dovrebbero essere fortemente garantite dallo stato e in più essere corredate di quei benefit in più che le rendano appetibili e concorrenziali sui mercati finanziari. E non è una chimera, esistendo già alcuni precedenti del genere significativi. Uno di essi, particolarmente considerevole, è stato, verso la fine del secolo scorso, l’acquisto sistematico da parte del tesoro giapponese di buoni postali italiani, che all’epoca avevano rendimenti particolarmente appetibili. Anche allora l’economia occidentale era in crisi, soprattutto finanziaria: il costo del denaro in Italia era arrivato a superare il 20%. Attualmente il Paese ha un asso nella Manica da giocare: l’ottimo andamento dei conti della Cassa Depositi e Prestiti che gestisce il risparmio e altre somme depositate presso gli Uffici Postali. Per non cadere nella trappola dell’ottimismo a ogni costo è meglio fermarsi qua. Con la convinzione però che gli ingredienti per preparare un pasto importante ci sono tutti. Bisognerà solo affidarsi all’estro di un cuoco più che bravo, preferibilmente fuori del novero di quelli che fanno le comparsate in TV, dopo aver appeso la toque al chiodo. Impresa non facile, ma certamente non impossibile. Quindi avanti veloci e chi arriverà ultimo pagherà pegno: avrà agito in modo che andasse sciupata un’ occasione storica che, per come è stata generata, sarà bene augurarsi che non si ripeta più.