#riscattalaurea: la campagna record per il riscatto gratuito della laurea

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Da anni, ormai, gli italiani convivono con la questione “disoccupazione”, non solo giovanile. L’ultimo report pubblicato a giugno dall’Istat evidenzia che la percentuale di disoccupati su scala nazionale è pari all’11,1%, mentre per i giovani si attesta al 35,4%, dato più alto, dopo Grecia (45,5%) e Spagna (39,2%), tra i Paesi dell’Unione Europea, dove in media la disoccupazione giovanile è di poco superiore al 18,5%.

In un simile contesto, fatto di incertezze e precariato, potrebbe sembrare superfluo trattare il tema delle pensioni, soprattutto se consideriamo che oltre un terzo di giovani italiani è alla ricerca di un’occupazione, in molti casi la prima. Ciononostante, dobbiamo registrare che, nel giro di pochi giorni, quest’argomento è diventato di grande attualità, complice anche la proposta venuta da due quarantenni partenopei, Luigi Napolitano e Rosario Pugliese, ideatori a metà luglio della campagna social #riscattalaurea. In soli quindici giorni, il fenomeno è diventato virale e la pagina facebook, denominata RiscattaLaurea, ha raggiunto oltre 24mila utenti, che hanno deciso di supportare Napolitano e Pugliese facendo sentire, virtualmente, la propria voce con “mi piace”, post, condivisione di foto con l’hashtag #riscattalaurea.

 

Il tema sollevato da Napolitano e Pugliese è strettamente connesso alle pensioni e riguarda non solo i giovani. Come, infatti, chiarisce il portale web dell’INPS, “il riscatto del corso di laurea è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi”. Ad oggi per poter usufruire di questo istituto occorre versare all’Inps una somma, che, a meno di particolari eccezioni, varia da poco più di 28mila euro per una donna di 27 anni con un anno di anzianità contributiva, fino a circa 60mila euro per un uomo di 40 anni con 11 anni di anzianità contributiva.

Costo eccessivo e difficilmente sostenibile, soprattutto in un periodo come quello attuale caratterizzato da crisi economica e disoccupazione dilagante?

Sono sicuramente di questo avviso Napolitano, Pugliese e i tantissimi utenti dei social, i quali chiedono alla politica e alle istituzioni di rendere gratuito il riscatto degli anni di laurea ai fini pensionistici, senza distinzione anagrafica e di reddito.

Una proposta ambiziosa, che sembra incontrare il favore di alcuni dei principali attori del governo e gli endorsement alla battaglia per la gratuità del riscatto della laurea si moltiplicano di giorno in giorno: dal sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, ai giovani del PD, dal Segretario Generale della Uil, Carmelo Barbagallo, ai rappresentanti del MIUR, Andrea Giorgio e Marco Mancini, che, delegati dalla Ministra Fedeli, hanno incontrato a Roma, lo scorso 19 luglio, Napolitano e Pugliese.

Abbiamo allora deciso di approfondire questa proposta, che potrebbe riguardare 6 milioni di italiani, con i diretti interessati: Luigi Napolitano, laurea in ingegneria gestionale all’Università Federico II di Napoli, attualmente responsabile di una delle centrali operative di trasporto pubblico locale in una società privata di Roma

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e Rosario Pugliese, laureato in scienze politiche alla Federico II e esperto di sistemi di gestione integrata, qualità, ambiente e sicurezza sui luoghi di lavoro.

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Luigi e Rosario, partiamo dall’inizio: come è nata questa proposta?

E’ nata spontaneamente. Il riscatto della laurea è un tema di cui abbiamo spesso parlato tra amici e colleghi e quindi il passo, dal dibattito e alla nascita della proposta,è stato breve.

In concreto cosa proponete?

Premesso che l’istituto del riscatto della laurea per fini pensionistici, già esiste, ma è troppo oneroso, la nostra proposta è semplice: il riscatto gratuito della laurea per tutti senza distinzione di età e di reddito.

Chiariamo perché secondo voi il riscatto della laurea deve essere gratuito per tutti?

Perché sarebbe il giusto riconoscimento a chi ha investito tempo e denaro per conseguire un titolo di studio che, ad oggi, data la crisi del mercato del lavoro, non è più spendibile e che, probabilmente, non darà accesso neanche ad una pensione dignitosa, sempreché si riesca a beneficiarne. Pertanto, chiediamo di poter riscattare gli anni di studio universitario che da un lato impediscono il versamento dei contributi necessari e dall’altro ritardano l’ingresso nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda i costi della proposta, abbiamo già pensato ad alcune ipotesi che ci auguriamo di poter presentare quanto prima ai nostri interlocutori politici.

Avete deciso sin da subito di condividere la vostra idea attraverso la rete con la campagna social #riscattalaurea, divenuta virale in pochi giorni. Vi aspettavate un simile clamore?

Sinceramente, sì. Anche se difficilmente avremmo immaginato di raggiungere quota 24mila “follower” in meno di venti giorni. Avevamo però percepito che il tema è importante e sentito, non solo dai giovani e volevamo farlo emergere, una volta per tutte, con una certa risonanza. Così abbiamo lanciato l’hashtag #riscattalaurea, che ci ha permesso di arrivare ovunque, dando l’opportunità a migliaia di nostri connazionali, in Italia e all’estero, di partecipare alla battaglia.

Quale ritenete sia il commento più simpatico postato, ad oggi, in rete dagli utenti?

Il commento con l’hashtag #nonvorreimorireprimadellapensione.

La vostra battaglia non si ferma alla rete. Avete infatti dato vita ad un Coordinamento?       

Sì, il Coordinamento è stato fondato da noi, ma sin da subito si sono aggregati diversi amici e colleghi sparsi in tutta Italia convinti che la nostra proposta forse non è la soluzione definitiva al problema delle pensioni, ma può sicuramente arginare un problema. Noi tutti vediamo questa idea come una medicina utile a guarire, ma per poterlo fare abbiamo bisogno c.he l’organismo, in questo caso il Governo, reagisca.

A tal proposito, come è andato il primo incontro di metà luglio al Ministero dell’Istruzione?

Convocati dal Ministero, abbiamo esposto tutti i dettagli della nostra iniziativa ai delegati della Ministra Fedeli. L’incontro è stato positivo e abbiamo registrato grande apertura. Ora contiamo di poter andare avanti con la nostra proposta.

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Il Miur, qualche giorno fa, ha però inviato un comunicato in cui sembra smentire l’idea di un tavolo tecnico?

Noi non l’abbiamo vista come una smentita. Abbiamo letto attentamente il comunicato e crediamo che, viceversa, si tratti di una significativa apertura nei confronti del Coordinamento e della nostra proposta in quanto si dicono disposti al dialogo.

In conclusione, ricordiamo ai lettori come è possibile aderire alla vostra battaglia?

Certo! Questa e tutte le altre sfide che a breve avvieremo saranno pubblicate in rete e invitiamo tutti i lettori di #youthopinion a seguirci attraverso la nostra pagina #riscattalaurea.

 

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