Riordino Province:
così cambia la Campania

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Palazzo Santa Lucia dà il via al riordino delle funzioni tra Regione, Province, Città metropolitana e comuni. E’ stato infatti approvato in Giunta lo scorso 30 dicembre e trasferito il 15 Palazzo Santa Lucia dà il via al riordino delle funzioni tra Regione, Province, Città metropolitana e comuni. E’ stato infatti approvato in Giunta lo scorso 30 dicembre e trasferito il 15 gennaio al Consiglio regionale il disegno di legge che detta i principi generali per il trasferimento delle competenze provinciali non fondamentali, ossia quelle non previste dall’articolo 85 della legge del 7 aprile 2014, numero 56. Si tratta in pratica del primo passo verso l’attuazione della Riforma Delrio cui è collegato in Campania il destino di circa 1500 dipendenti provinciali in esubero. Il Denaro pubblica in anteprima questo disegno di legge che inizia a mettere luce in una vicenda alquanto complicata e paradossale, complicata non solo dal riassetto del territorio ma anche dai tagli imposti dalla finanziaria. I tagli La legge di stabilità infatti prevede che gli enti di area vasta riducano i costi della dotazione organica prima della conclusione del processo di riordino. Un taglio che per le Province è del 50% del personale di ruolo all’8 aprile 2014, per le città metropolitane del 30%. La stessa legge prevede che entro 60 giorni si definiscano le procedure di mobilità ed entro 90 giorni si individui il personale assegnato alle Province e quello da destinare ad altri enti. A questi tagli si accompagna la riduzione dei fondi che per gli enti di area vasta è di 1 miliardo per il 2015, di 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per 2017. I nodi da sciogliere Il tutto non senza incongruenze, la più grande delle quali sta nel fatto che gli Enti cui saranno destinate le competenze attualmente in capo alle Province non vedranno entrare nelle loro casse un euro in più, rimanendo col problema dunque di dover sostenere maggiori funzioni e oneri per nuovo personale in entrata senza le risorse finanziarie necessarie per fare tutto ciò. Convinzione del Governo è che le Regioni possano ulteriormente tagliare i loro “sprechi” ricavando nuovi fondi da destinare all’operazione. I principi del riordino In questa ottica si inquadra il disegno di legge approvato dalla giunta il 30 dicembre scorso. Con esso la Regione definisce le norme di principio che dovranno essere seguite in sede di riordino introducendo una serie di misure volte ad assicurare una riduzione dei costi necessari allo svolgimento delle funzioni amministrative sovracomunali. Via i compiti superflui Primo passo è l’individuazione e la soppressione delle funzioni desuete (previste ma non esercitate) o, viceversa, non conferite da alcuna legge ma effettivamente svolte dalle Province. Esempio ne è la vigilanza e il controllo sui corsi di formazione professionale dopo l’abrogazione della legge regionale 19/87. Funzioni associate Altra misura taglia-costi consiste nel portare le funzioni già svolte dalle province ad un livello territoriale superiore e più ampio al fine di determinare economie di scala. L’idea, in pratica, è quella di lasciare in capo alle province funzioni che la riforma Delrio assegna come fondamentali solo alle città metropolitane. La condizione è che tali competenze siano esercitate in forma associata tra enti contermini (Caserta e Benevento; Avellino e Salerno) e che ciò determini un’effettiva economicità di gestione. Competenze alla Regione Il testo non trascura l’opzione di trasferire alcune funzioni delle vecchie province a Palazzo Santa Lucia, purché però si tratti di compiti per la loro natura compatibili col ruolo istituzionale della Regione che è ente di governo e dunque di promozione, indirizzo, coordinamento, programmazione e controllo e non, invece, di svolgimento di ruoli operativi e di gestione. In particolare saranno centralizzate quelle funzioni che non risulteranno più efficacemente assolvibili dai nuovi enti di secondo livello in quanto da adempiersi nei confronti di interessi contrastanti tra comuni o riguardanti la vigilanza stessa sugli enti locali. Via Consorzi e Agenzie Con l’intento di risparmiare risorse, il disegno di legge prefigura anche la soppressione di consorzi, aziende, società territoriali e agenzie regionali che svolgono funzioni di organizzazione dei servizi di rilevanza economica in ambito provinciale o sub-provinciale, in primo luogo gli Ato, con conseguente trasferimento delle funzioni e delle risorse alle province. In alternativa, tali funzioni potranno essere riorganizzate su base sovraprovinciale. Stazione unica appaltante Di particolare significato è poi la promozione dell’esercizio da parte degli enti di area vasta, per conto dei comuni, delle funzioni di stazione unica appaltante, di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive, nonché la gestione associata delle funzioni e dei servizi comunali, le unioni e le fusioni dei comuni. Riordino per fine luglio Per quanto riguarda, infine, il procedimento del riordino, il testo, una volta approvato in Consiglio, dà un breve termine alla Giunta regionale per la presentazione di uno o più disegni di legge di riordino settoriale, al fine di arrivare previa consultazione di enti locali e sindacati, all’approvazione definitiva delle leggi entro il termine dell’attuale legislatura regionale.