Rinnovare gli interni commerciali grazie agli incentivi statali

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Se ci guardiamo alle spalle e ripensiamo all’era prima della pandemia sembra sia passato un secolo. Quasi due anni di pesanti lockdown, chiusure forzate e operatività in scala ridotta delle attività commerciali hanno lasciato un’impronta pesante sull’economia del paese. Tante attività hanno dovuto chiudere o si trovano in enormi difficoltà finanziarie. Fortunatamente il peggio sembra lentamente lasciato alle spalle. I vaccini sono disponibili in abbondanza e i programmi di vaccinazione di massa, anche se con iniziative di rigore che una parte della popolazione osteggia in quanto non volontarie, hanno permesso che la tanto temuta quarta ondata stia già calando senza aver causato i danni delle precedenti. Grazie e questi passi possiamo guardare avanti con un ottimismo seppure pieno di cautele ed il motore economico della nazione è ripartito a pieno regime. I consumi crescono dato che la popolazione desidera uscire di casa e mangiare al ristorante. L’estate appena passata ha infatti visto le località di villeggiatura italiani riempirsi come mai da decenni, con turisti olandesi, tedeschi e scandinavi che sono tornati in massa sulla riviera adriatica, in Puglia e sul Tirreno.

Questo ha voluto dire, per le imprese commerciali il tanto atteso ritorno degli acquirenti nei propri negozi, bar e ristoranti. Per chi è sopravvissuto alla pandemia si prospetta ora la sfida di come competere con una concorrenza senza dubbio agguerrita. Dopo quasi due anni a basso regime la necessità di rinnovare i propri ambienti, di renderli in linea con le tendenze attuali e attraenti per la propria clientela si scontra con le difficoltà economiche che questo sforzo comporta. Il supporto fornito alle imprese commerciali da parte del governo non è stato spesso sufficiente a tamponare le perdite e questo ha voluto dire per molti mettere mano ai propri risparmi per mantenere in vita la propria attività. Per fortuna i fondi strutturali forniti dall’Unione Europea hanno permesso al governo di mettere in atto una serie di incentivi pubblici e programmi di promozione per la ripartenza economica di una portata che ricorda quella del Piano Marshall del dopoguerra.

Esistono diversi programmi di incentivazione al rinnovo dei propri interni che permettono non solo di ristrutturare per migliorare l’efficienza energetica, ma anche di abbellirne le pareti con carta da parati e altri strumenti decorativi, purché essi siano parte di un più ampio lavoro di ristrutturazione a fini energetici. Questi programmi si rivolgono tanto alle entità commerciali che alle abitazioni ad uso privato. Vediamo dunque quali incentivi sono disponibili:

Bonus per rinnovi e ristrutturazioni tramite Recovery Fund 

Forse il più noto di questi programmi, spesso chiamato il “superbonus del 110%”, questo incentivo offre una sovvenzione fino al 110%, pagata come credito d’imposta, per lavori di ristrutturazione intrapresi sia in case private che in imprese come alberghi, ristoranti o bar. Inizialmente pensata per durare un anno, è stata recentemente rinnovata fino al 2022. Si applica per tutti i lavori di ristrutturazione effettuati dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022, purché questi comprendano l’isolamento termico, la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale o la riduzione del rischio sismico nei condomini o nelle singole abitazioni. Questo non vuol dire che non si possa rinnovare esteticamente i propri interni: se parte di un progetto di miglioramento più ampio, è possibile aggiungere i costi di materiali decorativi come carta da parati o vernici al rinnovo generale dei muri. Tali costi devono essere addebitati come parte dell’intero progetto.

Bonus ristrutturazione e rinnovo del governo italiano

Un altro piano di incentivi separato è il bonus di ristrutturazione finanziato dal governo italiano. Il bonus copre il 50% delle spese totali e, pur con diverse similitudini con il fondo europeo, ha una. portata più ampia.Gli interventi di ristrutturazione devono riguardare la manutenzione sia ordinaria che straordinaria, oltre al risanamento conservativo, eseguiti su tutte le parti comuni di edifici residenziali o su singole unità immobiliari residenziali per il miglioramento dell’efficienza energetica dell’edificio in questione..

Anche in questo caso le spese per gli interni e altri servizi professionali correlati si qualificano come parte di un progetto di ristrutturazione più ampio. Il bonus viene anche qui erogato sotto forma di credito d’imposta ed è frazionato in rate annuali distribuite su dieci anni, con un tetto massimo di spesa pari a 96000 euro.

La domanda deve essere organizzata tramite un consulente fiscale certificato e va rivolta allo sportello dell’agenzia delle entrate di competenza.