Rinnovabili, Grassi: Investimenti, formazione e nuove competenze per rendere il Sud Hub dell’idrogeno

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in foto Vito Grassi, ad di Graded (fonte di Imagoeconomica)

“Rafforzare la produzione di energia rinnovabile nel Mezzogiorno, già oggi oltre il 52% del totale nazionale, significa far diventare il Sud Italia uno dei principali hub europei dell’idrogeno, un ponte energetico al centro del Mediterraneo. Il Sud rappresenta, infatti, l’ideale porta d’ingresso di nuovi flussi energetici provenienti dal Nord Africa verso l’Europa, con i suoi porti punto d’arrivo delle varie pipeline e vicini alle industrie energivore e alle raffinerie”. Ad affermarlo è Vito Grassi, vicepresidente di Confindustria e Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale, intervenendo nei giorni scorsi al dibattito sul “Ruolo del Mezzogiorno e dell’ingegneria elettrica nell’ambito della diversificazione energetica” organizzato dall‘Università Federico II.
“Ma per equipaggiare questa parte di Paese per il compito che l’attende, serviranno investimenti, capacità politica e amministrativa, cooperazione internazionale e nuove competenze tecniche – aggiunge Grassi -. Tra gli ostacoli sul percorso della transizione energetica c’è, infatti, la carenza di figure che possono materialmente metterla in atto, a partire dagli ingegneri: secondo le ultime stime Excelsior Unioncamere in Italia ne mancano oltre 300mila specie elettrotecnici, per i quali il mismatch supera abbondantemente il 57% delle richieste delle imprese. La carenza di competenze per la transizione energetica riguarda anche le professionalità nei settori emergenti legati alla trasformazione digitale e alle tecnologie ad essa connesse, cioè Intelligenza artificiale, blockchain, Realtà Aumentata perché anche per l’energia uno dei temi forti è la gestione intelligente della rete. Per colmare il gap esistente – conclude Grassi – è necessario orientare i programmi di studio, sia a livello di scuola secondaria, sia a livello universitario e di alta formazione, sulle nuove esigenze delle imprese che richiedono figure professionali in possesso di skills sempre più diversificate”.