Riforme e crescita economica, tra accelerazione e freno

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di Antonio Arricale Via libera definitivo della Camera dei deputati al decreto Irpef. Emanato lo scorso aprile dal Consiglio dei ministri il decreto degli 80 euro in busta paga è stato convertito di Antonio Arricale Via libera definitivo della Camera dei deputati al decreto Irpef. Emanato lo scorso aprile dal Consiglio dei ministri il decreto degli 80 euro in busta paga è stato convertito in legge con 342 voti favorevoli e 201 contrari. A favore della maggioranza hanno votato anche alcuni deputati della Sinistra e libertà (Sel) che sulla questione si è dunque spaccata, perdendosi definitivamente per strada il gruppo dei miglioristi (intesi come il séguito del capogruppo Gennaro Migliore) destinato a migrare tra le file del Pd. Il decreto convertito in legge prevedeva anche il taglio dell’Irap del 10% e il pagamento di un’altra tranche di debiti PA. Su quest’ultimo punto è da registrare il concomitante e formale (procedura di infrazione) richiamo dell’Unione europea ai ritardi dei pagamenti dell’Italia nei confronti delle imprese creditrici. Invero, la questione rientra a pieno titolo all’interno del grande tema della riforma della pubblica amministrazione, su cui ha puntato molto il premier in questi circa quattro mesi di governo, che però si muove tra timidi passi avanti e brusche frenate. Così, per esempio, mentre la Camera si è dato un nuovo regolamento, in base al quale le leggi del governo verranno approvate entro un mese; dal decreto varato in materia da Palazzo Chigi alla fine è saltata proprio la norma “sui tempi certi” dei decreti attuativi che devono seguire le leggi. Che poi è il vero problema: le leggi si fanno ma restano nei cassetti dei ministeri che ritardano tutto, spesso sine die. Così come, per ora, resta soltanto annunciata l’uso della scure per dimezzare prefetture, ragionerie, archivi, direzioni del lavoro e camere di commercio. Insomma, l’idea di avere più dipendenti agli sportelli e tutti gli uffici allocati in un unico immobile – sull’esempio anglosassone – resta mera suggestione. Avviato concretamente al traguardo sembra invece l’accordo tra Renzi e Berlusconi sul cosiddetto Senato 2.0. Ad ogni modo, la percezione che dell’Italia si comincia ad avere dai principali punti di osservazione stranieri sembra finalmente positiva. Gli economisti del Fondo monetario, per esempio, pur restando critici sul versante della ripresa, dove evidentemente c’è ancora molto da fare nel Belpaese, hanno mostrato di apprezzare il dinamismo del governo ed in particolare del premier. Giudizio che è sostenuto anche dai segnali economici incoraggianti che intanto emergono in alcuni settori trainanti per il paese: tessile e meccanica, in particolare. Segnali che in aprile hanno fatto registrare un significativo balzo nelle vendite, mentre nell’edilizia – grazie agli incentivi – si può dire sia finita la caduta. Segnali positivi anche sul fronte finanziario, in questa ottava appena conclusa, con i mercati che hanno festeggiato la Federal Reserve nel momento in cui si è impegnata a mantenere una politica monetaria accomodante sul lungo termine. Euforia che si è registrata soprattutto a Piazza Affari, dove – tra le società già sbarcate in borsa e quelle in arrivo (Fineco, Fincantieri e Cerved) – i fondi raccolti superano già i 28 miliardi, toccando il record dell’anno d’oro 2007. Insomma, complessivamente, è stata una settimana non male, quella appena trascorsa, ancor più se si pensa che era cominciata con quello che è stato definito il “lunedì nero del contribuente”: 54 miliardi prelevati dalle tasche degli italiani tra l’Imu, Tasi, Irpef, addizionali, Ires, Irap, Iva ed altri balzelli minori. E con le notizie di tensioni in arrivo dalla Russia e dell’Iraq con conseguenti preoccupazioni e ricadute sui prezzi del gas e del petrolio. Una settimana, peraltro, in cui l’opinione pubblica è stata distratta anche da eclatanti notizie di cronaca: dall’arresto del presunto assassinio di Yara Gambirasi, al massacro della famiglia – moglie e due figlioletti – per mano di Carlo Lissi, all’esistenza di una cupola per aggiustare le sentenze svelata dal boss di camorra Antonio Iovine. E su tutto e tutti, poi, i Mondiali di calcio e il cammino gli azzurri.