Riforme, card. Zuppi: Costituzione sia di tutti e sentita da tutti

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Roma, 13 nov. (askanews) – Se riforma deve essere si parta dalla riforma della legge elettorale mentre la “Costituzione sia di tutti e sia sentita da tutti”. Questo il monito del presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna, card. Matteo Zuppi che ha parlato nel pomeriggio ad Assisi introducendo con la sua prolusione i lavori della 78.ma Asssemblea straordinaria della Cei.

Un passo del suo lungo discorso ai vescvi italiani è stato dedicato proprio al progetto di riforma costituzionale avanzato da governo e maggioranza di centro-destra e che tante polemiche sta suscitando. “L’Italia, in un momento così delicato economicamente e socialmente, sta discutendo su un tema impegnativo, la riforma costituzionale. Ho già detto, in un precedente intervento, – ha affermato Zuppi – che per un’efficace riforma, che tocca meccanismi delicati del funzionamento della democrazia, è indispensabile creare un clima costituente, capace di coinvolgere quanto più possibile le varie componenti non solo politiche, com’è ovvio e come fu all’origine della Costituzione, ma anche culturali e sociali”, ha detto il porporato. “Siamo ancora lontani da questo e non posso che ripetere l’invito, perché la Costituzione sia di tutti e sia sentita da tutti”, visto che, ha aggiunto Zuppi, “Costituzione significa anche questo: statuire insieme, perché non si vive di solo presente e per costruire il futuro anche il passato, la nostra storia democratica, può offrire una lezione di sapienza”.

Da qui la richiesta, già avanzata un anno fa dai vescovi italiani che “valutando con preoccupazione il progressivo astensionismo”, e per “recuperare la partecipazione dei cittadini” si “inizi dalla riforma della legge elettorale, che tanti esponenti politici di ogni parte, giuristi e autorevoli personalità hanno giudicato da cambiare”.

“Per questo – ha spiegato ancora il presidente della Cei – parlavo di un clima costituente che sia coinvolgente: bisogna riaffezionare gli italiani alla Repubblica, alla casa comune. Se i legami sociali si allentano, è invece necessario rafforzarli, sentendosi parte di un destino comune”, ha concluso.