Riforma, le Bcc locali avvertono:
Se ci snaturano crolla il sistema

67

In Campania le imprese si rivolgono sempre più alle banche di credito cooperativo e sempre meno agli istituti commerciali per chiedere aiuto e finanziare i propri In Campania le imprese si rivolgono sempre più alle banche di credito cooperativo e sempre meno agli istituti commerciali per chiedere aiuto e finanziare i propri progetti di sviluppo. Il raffronto tra il trend degli impieghi delle Bcc, più 1,51 per cento nell’ultimo anno sul territorio campano, e il dato relativo alle banche tradizionali (meno 4,4 per cento) racchiude in sè tutta la differenza che c’è al momento. Eppure le Bcc si sentono minacciate e lanciano l’allarme sul futuro visto che in sede di Governo è allo studio una riforma del settore. “Siamo alla vigilia di una stagione di cambiamento – dice il presidente di Federcasse Campania, l’associazione che riunisce le 19 Bcc regionali, Silvio Petronee dobbiamo saper adeguare il nostro sistema al mutato contesto globale, sia sotto il profilo normativo che dal punto di vista organizzativo”. Il Governo chiede un progetto di autoriforma. “E noi dobbiamo presentarlo quanto prima – precisa Petrone – tenendo presente che bisogna innovare l’assetto delle Bcc dal punto di vista della qualità della governance, dell’ingresso di capitali esterni, della distribuzione delle risorse all’interno del circuito. È ovvio che la riforma non deve intaccare quella capacità di penetrazione territoriale che è il segno distintivo delle banche di credito cooperativo”. Quanto al sorpasso ormai in atto, in Campania, rispetto alle banche tradizionali “tutto dipende dal rapporto fiduciario che c’è tra i nostri istituti, i soci e i clienti”, dichiara il numero uno di Federcasse. Il presidente della Bcc di Fisciano, Domenico Sessa, ricorda come “a fare la differenza sono gli strumenti che noi utilizziamo”. Vale a dire? “Le Pmi in sofferenza sono solo un problema per le banche che ragionando secondo categorie di rating prefissate – dice – noi invece conosciamo la storia dei nostri interlocutori, le persone, i progetti e spesso siamo anche in grado di accompagnare l’azienda, con uno specifico piano, verso una fase di riconversione e rilancio”. Sulla riforma Sessa crede sia necessario “mantenere intatto il profilo di territorialità altrimenti il sistema salta”. La migliore soluzione è una riforma ragionata secondo Amedeo Manzo, presidente della Bcc di Napoli. “Un sistema centrale che garantisca liquidità alle Bcc che ne hanno bisogno – dice – e che sia controbilanciato da comportamenti virtuosi e efficienti mi sembra un’ottima soluzione. Noi a Napoli già lavoriamo in questo senso, offrendo qualità dei servizi e buona gestione ai nostri clienti. I risultati, con una quota di sofferenze al di sotto del 2 per cento, premiano il nostro lavoro”. Del resto, secondo Manzo, “l’efficienza gestionale rientra in un contesto di norme europee alle quali non penso si possa sottrarre il sistema delle banche di credito cooperativo”.