“Quella del perito industriale è una professione eminentemente intellettuale e tale deve restare”. Non ha intenzione di retrocedere sulla qualificazione professionale della categoria Maurizio Sansone, presidente “Quella del perito industriale è una professione eminentemente intellettuale e tale deve restare”. Non ha intenzione di retrocedere sulla qualificazione professionale della categoria Maurizio Sansone, presidente del Collegio dei Periti Industriali di Napoli mentre è in corso a Roma il Congresso Straordinario “Andare Oltre”. Al centro del dibattito, l’ipotesi di riforma che, al termine del Congresso, sarà portata davanti alla presidenza del Consiglio dei ministri per adeguare il paese alla direttiva europea sulle qualifiche professionali del 2005 e recepita nel nostro ordinamento nel 2007. La novità assoluta è che le ipotesi da discutere arriveranno dalla base, cioè dalle compagini territoriali che si saranno espresse sulle tre possibilità in campo: il mantenimento di un Albo destinato solo ai periti con laurea triennale o titolo equipollente; l’accesso transitorio all’Albo anche a quanti si sono diplomati dopo la riforma Gelmini o l’accorpamento con l’Ordine degli Ingegneri. “Possiamo discutere su tutto e siamo pronti a farlo – tuona Sansone – ma sui punti cardine non retrocederemo di un passo”. Il vertice del collegio napoletano sta guidando in queste ore la rappresentanza campana di categoria al Congresso. “La buona notizia per i nostri iscritti e per i giovani che aspirano ad iscriversi ai collegi provinciali – aggiunge – è che per la prima volta le scelte sul futuro delle professioni tecnico-industriali perverranno dal basso, cioè dai territori, e a fronte della ferma determinazione dichiarata dal Consiglio nazionale a percorrere tutti i canali istituzionali possibili per proporle e attuarle al tavolo di confronto con il Governo”. “Siamo convinti che, dopo questi lunghi mesi precongressuali che ci hanno visti protagonisti di un serrato confronto con diversi Collegi d’Italia, soprattutto del Sud, sugli strumenti regolamentari, previdenziali e formativi – conclude Sansone – il Congresso saprà disegnare con grande equilibrio un futuro di prospettiva per nostra categoria”. Dal Congresso, che si chiude oggi, verrà fuori la “piattaforma” condivisa che il Consiglio nazionale dovrà discutere, nel prossimo futuro, con il governo.