di Ugo Righi
Pochi giorni fa Enzo Spaltro “ha deciso” il grande commiato.
Si dice che abbia chiesto,mentre stava andando a dormire, un pezzo di pane , si è messo a letto e ha continuato il sonno dentro il sogno, che forse era particolarmente piacevole.
E si è diretto altrove, oltre.
Noi allievi, amici, compagni di viaggio del viandante, abbiamo sentito la presenza della mancanza permanente.
È come quando, improvvisamente ,in casa sospendono l’erogazione della corrente elettrica o dell’acqua.
Ti accorgi della sua necessità per continuare a fare le cose normali. Sei in attesa che ritorni e ti arrangi in qualche modo. Enzo Spaltro è stato presente, da molti punti di vista: studioso, innovatore, maestro, amico, un alimentatore di bellezza e guida per cercare il benessere.
Faceva,e si faceva, domande, che producevano risposte che contenevano altre domande. Tutto avveniva in estensione e in profondità favorendo in chi stava con lui, propensioni che diventavano tendenze e spesso progetti.
Quanti progetti con Enzo! La fase pioneristica dell’intervento psico sociale, cose che avvenivano per la prima volta.
La meraviglia e l’unicità della prima volta à stata provata spesso in chi ha avuto la fortuna di vivere un periodo storico straordinario. Poi Enzo aveva un altro dono raro:era simpatico!
I legami tra le persone che diventavano amiche sono diventati senza data di scadenza, anche se per molti le strade si sono separate sotto la spinta dei venti.
Poi piano piano il mondo è cambiato e non sempre in meglio.
La trasformazione del gioco in strutturazione seria e la insieme la diminuzione del piacere.
Ma non per Enzo, lui ha continuato la strada, facendola mentre la percorreva, insistendo sui grandi temi della sua vita e facendolo sempre con gusto seguendo l’oltre.
Il termine oltre, lo ha usato vito volpe nel suo intervento di saluto in occasione dell’evento on line.
Lo voglio utilizzare anche ora io qui, per collegarlo come una ipotesi appartenente appunto ad Enzo come ricercatore della bellezza e dell’oltre la bellezza.
La bellezza è un mistero e nello stesso tempo una promessa.
Nella bellezza si ricerca qualcosa che non finisce, che spinge verso l’oltre e si combina, come ricordava Enzo, con il buono.
La bellezza con l’essere, che determina il bellessere, appartiene ad un oltre e a chi riesce a non banalizzarla con la quantità o l’esibizione, ma coglie gli interstizi e confini segreti e misteriosi che producono poi una conoscenza con dei sapori, anche attraverso parole nuove, che nascono dal silenzio, producendo nuovi pensieri e suggestioni.
Diceva Enzo che la prevenzionedel malessere si fa sviluppando il benessere. Semplice e potente come molte delle intuizioni di Enzo. Certo si apre un mondo di considerazioni che partono da questa semplicità, ma indicano strade, cambiamenti ad iniziare da noi stessi. Si sta bene o male soprattutto nelle relazioni, quindi il benessere riguarda noi con gli altri.
Una relazione, diceva sempre Enzo, può essere buona, quindi etica,oppure ( anche) bella, quindi estetica.
Il malessere esiste e viene scoperto, mentre il benessere deve essere inventato. Da questa considerazione deriva quello che Spaltro chiamò il bellessere ovvero lo stato di benessere futuro.
È stato talmente tanto per molti, che è impossibile contemplarne le ceneri o coltivare il ricordo e non si può che alimentare il fuoco che ancora è vivo.