Rfi, entro 10 anni stazioni in 10 porti italiani: c’è anche quello di Napoli

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 “Nel piano d’impresa di Rfi, dei 14 porti “core” della portualità italiana noi, nell’arco di 10 anni, ne allacceremo 10 (compresi Trieste e Venezia), con il sistema della formazione del treno nel porto. Lo stesso concetto della stazione nel porto va applicato negli interporti terrestri, per eliminare quelle manovre primarie e secondarie che comportano un aggravio dei costi del sistema ferroviario”. Lo dichiara Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi (Rete ferroviaria italiana), rispondendo a domande di Marco Filippi e Lodovico Sonego (Pd) nel seguito dell’audizione in commissione Lavori pubblici al Senato sul contratto di programma 2016-2021 Parte servizi tra ministero Infrastrutture e Rfi. “L’intervento di Livorno sul trasporto merci – specifica – è un intervento pilota: abbiamo realizzato una stazione sulla darsena che consente di partire col treno già formato. È una cosa che può sembrare banale, ma per un porto è una dotazione che consente di risparmiare tanti soldi nelle manovre a tutto vantaggio della competitività del porto stesso. Dopo Anversa, Livorno è stato il secondo porto in Europa a dotarsene”. “Lo stesso intervento” continua “lo stiamo facendo a Taranto (Cagioni), per quanto non sia un porto strategico anche a Brindisi, e abbiamo intenzione di continuare con questo metodo anche col porto di Napoli, una volta risolta l’interferenza con viale Ferraris. Ovviamente è poi necessario che si facciano degli interventi anche dentro i porti, per rendere vantaggiosa fino in fondo questa opportunità, il che significa non solo ‘ospitarci’, con la possibilità di farci una stazione, ma anche dotarsi di binari di partenza con una lunghezza tale da rendere possibile la formazione di un treno”.