Rete del Mare, business da 500 mln di euro

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Aumento medio del 7% per il fatturato delle aziende aderenti, posti di lavoro, fondi Ue. Tutti i dettagli della filiera Made in Naples: già stipulati accordi con i colossi Rolls Royce e Google. LAuro: Puntiamo su innovazione e qualità dei Aumento medio del 7% per il fatturato delle aziende aderenti, posti di lavoro, fondi Ue. Tutti i dettagli della filiera Made in Naples: già stipulati accordi con i colossi Rolls Royce e Google. LAuro: Puntiamo su innovazione e qualità dei servizi, verso un network europeo Mezzo miliardo di euro, nuove aziende, posti di lavoro. Sono, riassunte, le prospettive della neonata Rete del Mare, una filiera di imprese del comparto marittimo che per il momento mette insieme i dodici soggetti fondatori ma che, nell’immediato futuro, è destinata a diventare protagonista del mercato internazionale. Salvatore Lauro, numero uno di Lauro.it, una delle società della Rete, parte dall’aspetto finanziario, senza dubbio il più importante, per raccontare un’esperienza che non si limita a restare nei confini napoletani, dove peraltro nasce. “Se facciamo un discorso di fatturato – dice – per capire in cosa si traduce la Rete del Mare quando discutiamo di business reale e non solo di meri progetti possiamo dire che ogni azienda, da questa esperienza, ricava un incremento degli utili nella misura del 7 per cento almeno”. Un dato che, assicura Lauro, “in tempi di crisi è quasi una manna dal cielo per qualsiasi operatore”. E in effetti chi, per ipotesi, fattura 50 milioni di euro l’anno grazie al progetto Rete del Mare può accrescere il proprio giro d’affari di 3,5 milioni di euro e così via. “L’altro discorso da fare è quello relativo ai posti di lavoro, che subiranno un sicuro incremento grazie alle azioni della filiera e che consentiranno a tanti giovani di entrare in un meccanismo in cui, pur nella flessibilità, avranno a disposizione continue opportunità di occupazione”. La differenza, rispetto a iniziative simili, dove sta? “Noi puntiamo su aspetti come l’innovazione, l’internazionalizzazione e la qualità dei servizi e ambiamo a creare un network europeo in grado di intercettare, per i propri progetti, i principali finanziamenti che l’Unione riserva al settore dei trasporti marittimi”. Certo è che la situazione di stallo del porto di Napoli non aiuta “ma non rappresenta nemmeno un freno – chiarisce Lauro – perché il nostro lavoro va avanti, peraltro vorrei dire che a determinare incertezza non è tanto la mancanza di una governance per lo scalo partenopeo quanto il mistero intorno a una riforma del sistema dei porti tutta da decifrare”. La Rete del Mare è già impegnata su fronte dell’innovazione e delle dotazioni tecnologiche. È in fase avanzata il progetto di realizzazione di un traghetto per passeggeri alimentato a gas naturale liquefatto, con la partnership del colosso Rolls Royce a cui spetta il compito di costruire il propulsore. L’altra importante iniziativa chiama in causa direttamente il gruppo Lauro, che stringe un accordo con Google per consentire, attraverso il servizio Transit, a tutti gli utenti di avere a disposizione su pc, smartphone o tablet tutte le informazioni relative a orari, destinazioni e rotte dei traghetti che appartengono alla flotta del gruppo napoletano. È un ulteriore passo per giungere a quella dimensione internazionale che, in fondo, è il vero obiettivo tanto della Rete del Mare quanto delle società che l’hanno fondata e di quelle che via via stanno aderendo.