Residanza, ecco i coreografi del futuro. Grimaldi Capitello: La mia ricerca tra geometria e tammurriata

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In foto Nicolas Nicolas Grimaldi Capitello

di Massimiliano Craus

La settima edizione “Residanza” – La casa della nuova coreografia, promosso dall’Organismo di Promozione Nazionale Movimento Danza, si è tenuta anche quest’anno lo scorso dicembre nella Sala Assoli di Napoli, con una finale a tre per la fase finale del bando di ospitalità dedicato ai coreografi under 35. “Giunto alla sua settima edizione – ha spiegato in tempi non sospetti la direttrice artistica Gabriella Stazio – il bando nasce dalla consapevolezza che la promozione e la valorizzazione della ricerca artistica siano fondamentali per supportare la creatività e il ricambio generazionale. Finalità principale è quella di ospitare, sostenere e diffondere le creazioni di giovani coreografi, performer e gruppi, favorendo la realizzazione di coreografie innovative ispirate alla contemporaneità e curandone la messa in scena”.
I tre finalisti hanno così concorso alla palma per la migliore coreografia al cospetto di Isabella Di Cola, responsabile della programmazione danza per il circuito multidisciplinare della regione Lazio Atcl; Silvano Patacca, direttore programmazione prosa e danza Fondazione Teatro di Pisa; Ezio Schiavulli, coreografo e responsabile del Network Internazionale Danza Puglia e Franco Ungaro, direttore Teatro San Domenico di Crema e dell’Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce.
Ma chi sono stati i tre finalisti? Tre autori ed artisti della scena che dopo “Residanza” si lanciano inevitabilmente nei circuiti più consolidati del panorama nazionale della danza contemporanea. A cominciare da Sara Capanna e Michele Scappa con “Crepe” sulla musica originale di Joaquín Nahuel Cornejo. E da “Idillio” di Lorenzo Morandini. Con infine il premiato Nicolas Grimaldi Capitello con “The last one” con la drammaturgia di Enrico Pitozzi per una Produzione/Cornelia Sostengo/Corso DanzAutore (Cantieri Danza, Compagnia Nervitesi, I.D.A. international dance association). Come le stesse note di regia del giovane coreografo recitano, “l’ultimo essere vivente, in un futuro distopico e oscuro, spinto da tutte le sue energie senza mai fermarsi tenta un ultimo atto di fertilizzazione. Fin dall’antichità si è tentato di modificare le condizioni atmosferiche (temperatura, umidità, pressione e venti): si è danzato, pregato, fatto sacrifici umani per avere più o meno pioggia, più caldo o più fresco, ma il clima è rimasto immodificabile poiché autonomo e imprevedibile e l’unica cosa che siamo stati in grado di fare è distruggere la genetica della flora e della fauna”. Già interprete per Wim Vandekeybus, Dimitris Papaioannou, Nicola Galli e la storica coppia Abbondanza Bertoni, Nicolas Grimaldi Capitello ha messo in scena da sempre una grande versatilità riconosciutagli dai vari Francesco Nappa, Lu Zheng, Tommaso Tuzzoli, Niko Piscopo e Benedetto Sicca ed in lungo e largo per il mondo della danza, con in particolare esperienze assai significative presso il Collettivo messicano “Noh bords” e la cinese Shaanxi Normal University. Senza dimenticare le consolidate collaborazioni con Interno 5, Movimento Danza e Korper.
Come autore ha portato in scena “Tres” e “Kurup”, attualmente lavora alla realizzazione della trilogia dei duetti “Lost” iniziato con “Lost in this(un)stablelife” selezionato per Anticorpi XL – La vetrina della giovane danza d’autore 2019. In questi mesi sarà presentato nuovamente il suo nuovo assolo “The last one”, già vincitore del premio “Residanza”, per continuare a raccontarsi e raccontare la propria esperienza artistica. “L’esigenza creativa di “The last one” nasce dall’osservazione del comportamento del nostro pianeta in relazione al cambiamento climatico – ci spiega Nicolas Grimaldi Capitello -. Viviamo in un ecosistema martirizzato dal surriscaldamento globale, l’inquinamento e la noncuranza dell’uomo. Secondo una ricerca condotta dall’ Onu abbiamo meno di quindici anni per invertire la tendenza distruttiva ed allontanare il punto di non ritorno. Le ricerche eseguite per la creazione del solo sia a livello naturale che antropologico hanno rivelato che a breve il pianeta Terra come lo conosciamo non esisterà più e l’ evoluzione dell’ uomo non va di pari passo con i cambiamenti che il mondo sta subendo, quindi siamo destinati all’estinzione. La conclusione è che non serve a niente rispolverare un superficiale senso civico da rimorso, ma è necessario modificare completamente il nostro stile di vita per provare a sopravvivere a noi stessi”. Socio fondatore della compagnia “Cornelia”, impegnato nell’organizzazione e produzione di spettacoli ed eventi, il coreografo napoletano ha presentato i suoi prossimi appuntamenti, cominciando da “Lost in this (un)stable life”, un duetto tra due performer uomini, al debutto nel dicembre 2018 a Napoli e scelto per far parte della rete “Explo Anticorpi XL”. Seguito da “Lost in my (28) days”, un duetto tra un uomo ed una donna, in coproduzione con Teatro Comunale di Vicenza in anteprima nazionale il 28 Febbraio 2020. E poi ancora con “Lost (be)cause of you”, un duetto tra un uomo ed una donna, in residenza a marzo 2020 a “Villa Nappi” (Marche Teatro). “Questi tre duetti formeranno un unico spettacolo dal titolo Lost – chiude Nicolas Grimaldi Capitello – The last one assolo vincitore del bando Residanza, è appena approdato a Ravenna nell’ambito del “To day to dance” organizzato da “Cantieri Danza” prima di tornare in maggio nella versione integrale proprio a Napoli. La ricerca coreografica del titolo che ha vinto a “Residanza” è stata sviluppata su due piani: la geometria nello spazio e la tammurriata. La descrizione spaziale ricorda il disegno regolare della semina. Questo perché il performer ha il ruolo di “fertilizzare” la terra sulla quale si muove, in contrapposizione a quello che invece quotidianamente fa’, ovvero distruggerla. Del resto la tammurriata, prima di diventare un ballo folkloristico tipico della Campania, ha le sue origini tra i contadini come rito per la prosperità della terra.