Renzi decisionista, Caldoro onesto De Luca? In politica serve umiltà

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Novantasette anni e una lucidità da fare invidia agli analisti politici con un terzo della sua età. Amelia Cortese Ardias, una vita spesa all’insegna del liberalismo, prima con Benedetto Croce e con il marito Guido, poi nel Partito Liberale Italiano e nel Consiglio regionale (dove è stata eletta per quattro legislature, dal 1975 al 1990, ricoprendo numerosi assessorati e la vicepresidenza della Giunta), ha trovato nell’impegno civile e culturale l’elisir di lunga vita. Si divide tra la casa di Chiaia e la sede della Fondazione di famiglia intitolata dal 1990 al marito Guido e al figlio Roberto, organizzando borse di studio, attività formative per i giovani ed eventi, l’ultimo lo scorso 14 maggio alla Camera dei Deputati per presentare la raccolta degli interventi del marito alla Costituente. A due settimane dall’appuntamento con le urne, la longeva signora liberale dà i voti ai protagonisti della competizione per il rinnovo di Giunta e Consiglio regionale in Campania.

Tra le varie iniziative della Fondazione Cortese, c’è la scuola di liberalismo che a breve ripartirà a Napoli: su che cosa occorre puntare oggi per coinvolgere i giovani sempre più delusi dalla politica?

La scuola sarà riproposta tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo: è un filone che intendiamo portare avanti quello sul liberalismo che rappresenta il centro della nostra azione. Purtroppo non vedo molto interesse da parte dei giovani nei confronti della politica o, meglio, qualche interesse c’è ma per lo più verso i movimenti di protesta, poco o nessuno verso i grandi filoni della politica. Il problema vero è che non esiste più nessuna ideologia: alla base della nostra politica c’era una grande fede nei valori. Oggi questa fede è del tutto assente.

Quindi i ragazzi in cosa devono credere?

I giovani sono interessati a risolvere i problemi della vita e il loro interesse e la loro fiducia nei confronti della politica cresceranno solo se qualcuno si impegnerà concretamente a dare loro prospettive reali per combattere la disoccupazione.

A proposito di giovani: abbiamo un premier 40enne a capo del governo più giovane della storia repubblicana. Che cosa ne pensa del suo operato?

Io non voto Renzi ma lo ammiro molto. La sua è stata un’azione di rottura essenziale per la politica italiana: prima di lui il nostro Paese era nella stasi più totale: c’era incapacità di fare e di decidere. Renzi può piacere oppure no, ma è un decisionista, un uomo che ama le sfide e riesce a portarle vanti affrontando tutti quelli che gli sono contrari, dai sindacati a Confindustria.

In che modo è cambiata la competizione politica negli ultimi anni?

Prima di tutto si sono esaurite le molle che spingevano la vita politica, le grandi ideologie che caratterizzavano i partiti di massa. Noi liberali non eravamo un movimento ma un partito voluto da Croce che ha avuto eminenti rappresentanti nel parlamento e si è sempre adoperato per il bene della comunità. Quei valori e quella capacità di operare per il bene pubblico sono stati soppiantati da un affarismo e un egoismo politico dilaganti, accompagnati da una corruzione generalizzata anche per tornaconti davvero miseri.

Ci troviamo di fronte a partiti sempre più delegittimati dai cittadini che ormai non li considerano più strumenti necessari a garantire la democrazia. Come si è arrivati a questo?

C’è stata questa tendenza ad aggregarsi a chi poteva vincere a da cui si potevano avere vantaggi. La vita politica si evolve sin dall’epoca dei greci. Ma qui più che a un’evoluzione assistiamo a un’involuzione.

La sfiducia generalizzata ha rafforzato anche movimenti e posizioni qualunquiste: cosa ne pensa dei grillini?

I grillini sono un fenomeno folkloristico che richiama la simpatia di molta gente che protesta. Sia chiaro: in Italia c’è stata sempre una tendenza verso la protesta, dall’uomo qualunque al laurismo, perchè la gente è stanca, sfiduciata e deve combattere ogni giorno. Ma chi protesta senza proporre non costruisce nulla.

In che modo è cambiato negli ultimi decenni il movimento liberale?

Il partito liberale non esiste più. E’ stato sommerso dagli eventi, prima la corruzione che ha coinvolto anche alcuni esponenti liberali, poi l’involuzione della politica che ha spinto la gente a spostarsi sempre più verso i partiti grossi e forti. Eravamo piccoli ma avevamo una voce essenziale nel panorama politico italiano che ha avuto il grande merito di indicare agli elettori la volontà di difendere la libertà, propria e degli altri.

I liberali hanno presentato una lista pro Caldoro: come giudica l’operato del governatore uscente?

Caldoro è una persona per bene e onesta. Credo che abbia fatto tutto quanto fosse in suo potere.

Caldoro o De Luca: chi vincerà le elezioni?

Caldoro, senza dubbio. De Luca non solo non lo voterei perché si trova in questa situazione contingente di incandidabilità ma anche perchè non mi piace, è un uomo arrogante. E in politica ci vuole umiltà.