Regione, con Garanzia Giovani il 45% di prese in carico in Campania: monito della Uil

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L`idea di fondo del programma Garanzia Giovani è “condivisibilissima“, ma “le azioni messe in campo dal Governo non hanno ancora portato i risultati sperati“. Per questo la Uil auspica un “deciso cambio di passo” per la continuazione del programma con adeguati finanziamenti volti soprattutto a “riqualificare i servizi per l`impiego“. Lo dice il segretario confederale Guglielmo Loy illustrando i dati di un report del servizio politiche territoriali e del Lavoro della confederazione sull`attuazione di Garanzia Giovani. Nonostante un tasso di disoccupazione giovanile al 38%, con punte del 50% nel Sud, secondo l`ultimo rapporto del programma aggiornato al 4 febbraio 2016 su una platea potenziale di beneficiari di azioni pari a 2,4 milioni, sono 955mila i giovani che si sono registrati al programma (il 39,9% della potenziale platea). Il programma di durata biennale, rileva lo studio della Uil, che ha preso avvio nel mese di maggio del 2014, è dotato di un finanziamento di 1,5 miliardi di euro tra fondi comunitari e cofinanziamento nazionale. A settembre del 2015, a distanza di un anno e mezzo dell`avvio del programma, sono stati impegnati 769 milioni di euro, ma spesi e rendicontati a Bruxelles soltanto 200 milioni (il 12,9% del totale). Nello specifico, per l`accoglienza e l`orientamento sono stati spesi 13,6 milioni di euro (il 6,9% del totale delle risorse rendicontate); per percorsi di formazione sono stati spesi 51,6 milioni (26,3%); per azioni di accompagnamento al lavoro 21 milioni (10,7%); per favorire i contratti di apprendistato 18mila euro; per i tirocini 80 milioni (40,8%); per il servizio civile nazionale e regionale 14,6 milioni (7,4%); per favorire l`autoimpiego e l`autoimprenditorialità 263mila euro (0,1%); per il bonus occupazionale 14,5 milioni (7,4%). 

I giovani presi in carico dai servizi per l`impiego sono 604mila (63,3% del totale degli iscritti). A 276mila è stata proposta una misura prevista dal piano (28,9%). Per quanto riguarda i dati regionali, in Sicilia si sono registrati al programma 164mila giovani; inCampania 115mila; in Puglia 77mila; nel Lazio 74mila; in Lombardia 70mila. Le prese in carico (colloquio e analisi individuale) da parte dei servizi all`impiego, in Sicilia sono oltre 116mila; in Campania 52mila; in Lombardia 50mila; nel Lazio 49mila; in Emila Romagna 46mila. Se si prende in considerazione l`incidenza tra il numero degli iscritti con il numero delle prese in carico, in Val d`Aosta la percentuale è dell`83,1%; in Emila Romagna del 78,1%; in Toscana del 76,8%; in Sardegna del 73,5%; in Sicilia del 70,8%. Incidenza decisamente più bassa in Campania(45%); in Piemonte (49,5%); Calabria (53,4%); nelle Marche (54,9%); in Liguria (55,1%); in Friuli Venezia Giulia (55,3%). “Come ha rilevato la Corte dei conti europea in un recente rapporto – aggiunge Loy – sembra mancare una valutazione qualitativa delle offerte fatte ai ragazzi a partire da quale sbocco al lavoro hanno prodotto le esperienze lavorative e/o di tirocinio. E’ necessario, alla luce del dato che vede proprio i tirocini in testa alle offerte fatte ai ragazzi, mettere in campo un attento monitoraggio sugli esiti di queste esperienze per valutarne gli sbocchi lavorativi e, soprattutto, se vi sono stati palesi abusi. Inoltre, è fondamentale per la buona riuscita di Garanzia Giovani, che a monte vi siano servizi per l`impiego efficienti ed efficaci e che vi sia il reale coinvolgimento del mondo delle imprese e della scuola. Purtroppo questa scelta non sembra quella messa in campo, fino a oggi, dal Governo italiano. La spesa e gli investimenti in tema di politiche attive e di potenziamento della rete dei servizi per l`impiego resta insufficiente e, assolutamente, sottodimensionata rispetto alle funzioni che vengono assegnate. Basti pensare che le recenti riforme del lavoro impegnano con forza i centri per l`impiego pubblici a seguire milioni di disoccupati, relazionarsi con centinaia di migliaia di imprese, seguire i ragazzi di Garanzia Giovani, chi sta in cassa integrazione e coloro che potranno accedere ai programmi contro la povertà. Il tutto senza investimenti in risorse umane (sono solo 8.000 gli operatori in campo) e con strumenti non adeguati in relazione ai vecchi e nuovi compiti assegnati“.