L’unità “non è un valore matematico ma politico. Chi pensava di crescere sulle sconfitte del Pd deve ricredersi perché è uscito da queste elezioni fortemente ridimensionato. Chi vuole affermarsi nel campo del centrosinistra non lo faccia contro il partito democratico ma andando ad allargare il consenso nel campo avversario e nel campo del primo partito italiano, quello dell’astensione”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera, Debora Serracchiani capogruppo del Pd alla Camera. “Se vuoi essere un partito riformista e liberale o vuoi essere un partito progressista, bene, fallo sulla base delle tue linee politiche, ma con l’ambizione di allargare il centrosinistra, non di restringerlo – spiega -. Il Pd c’è e teniamocelo stretto, si conferma primo partito dell’opposizione e secondo partito italiano dopo Fratelli d’Italia”. Al voto “abbiamo perso nettamente. Io credo che sarà necessario l’impegno di tutta la nostra comunità accanto al nuovo segretario o alla nuova segretaria per rilanciare il Pd, affermare la nostra proposta e costruire la nostra opposizione forte e determinata alla destra”. La nuova leadership “deve essere solida, autorevole, competente e capace di tenere insieme esperienza e novità. Sbaglieremmo se pensassimo di azzerare tutto – sottolinea -. Siamo e restiamo il perno dell’opposizione. Oggi di fronte alle scelte politiche della destra c’è bisogno di un Pd forte che metta in campo azioni politiche chiare e concrete che rispondano ai bisogni delle persone. I salari, le pensioni, la sanità pubblica, la tutela dell’ambiente, la lotta alle diseguaglianze dovranno essere le parole d’ordine su cui costruire le nostre politiche ed il fronte comune del centrosinistra”.