“Sul terzo mandato abbiamo una posizione chiara, abbiamo anche votato contro un emendamento in Parlamento. Noi moderati è contro il terzo mandato. Non per le persone che hanno rappresentato ma perché, secondo noi, il sale del buon governo e della democrazia è la capacità dopo dieci anni di saper rinnovare. Dieci anni sono sufficienti. In tutte le democrazie occidentali, quando c’è un grande potere e l’elezioni diretta, si mette un numero limite di mandati. Su questo non toneremo indietro”. Lo ha detto Maurizio Lupi, presidente di Noi Moderati a margine di una convention che, anche a Napoli, ha visto seduti allo stesso tavolo Noi moderati e Centro popolare. Quanto alle elezioni regionali, tra un anno in Campania, Lupi ha spiegato che “l’obiettivo al quale stiamo lavorando insieme con Giorgia Meloni, Tajani e Matteo Salvini è quello che anche qui in Campania, finalmente – perché non è che negli ultimi anni abbiamo ottenuto entusiasmanti risultati come proposta politica – possa essere messa in campo una proposta che sia all’altezza della sfida di governo, non solo per questa regione ma anche per quello che stiamo facendo a livello nazionale”. “E’ impensabile che in una regione come la Campania il centrodestra non si presenti con un candidato qualificato, autorevole, con un programma e una coalizione coesa e unita – ha spiegato – Non a caso Noi Moderati sta facendo questo lavoro, sarà presente con una propria lista, vuole riportare insieme tutti i pezzi persi dei moderati e dei centristi in questa regione e l’apertura che abbiamo fatto con Centro popolare va in questa direzione”. Quanto al nome del candidato, invece, non si sbilancia. A chi gli chiede se un nome in campo potrebbe essere quello di Mara Carfagna, risponde: “Non abbiamo ancora parlato di nomi con gli altri amici leader del centrodestra”. “Ho visto in campo nomi autorevoli come Cirielli e Martusciello – ha aggiunto – credo che la politica abbia il dovere di porre il candidato autorevole. Da parte loro arriva un grande gesto di generosità con la candidatura, dobbiamo capire se dalla società civile, nel senso vero del termine, possa venire un ulteriore allargamento alla proposta”.