Referendum, la Procura indaga per istigazione al voto di scambio

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C’è una ipotesi di reato, istigazione al voto di scambio, nel fascicolo aperto dalla Procura di Napoli sulle dichiarazioni espresse dal governatore della Campania, Vincenzo de Luca, nel corso di un incontro con circa 300 amministratori locali ai quali chiedeva di darsi da fare per far votare sì al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. E’ quanto si legge su organi di stampa. La Procura il 24 novembre aveva aperto un fascicolo senza ipotesi di reato.

Nel corso dell’incontro con gli amministratori locali che si svolse in un albergo di Napoli, De Luca incoraggiò i sindaci ad inviare fax nei quali indicare i voti ‘conquistati’ e invitò anche ad offrire fritture di pesce piuttosto che gite in barca pur di convincere gli elettori. Una battaglia per il sì che conveniva fare, spiegò, in vista dei tanti fondi che sarebbero arrivati, in caso di vittoria, dal Governo. “Battute goliardiche” le ha definite anche ieri il governatore della Campania. Ad essere sentito dal pool mani pulite della Procura di Napoli, il portavoce di De Luca, Paolo Russo, che era presente a quell’incontro. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche un altro aspetto: il ruolo di commissario in pectore alla sanità campana con cui De Luca si presentò alla platea; il riferimento ai laboratori (“ci sono 400 laboratori, sono tanti voti”) come agli studi professionali sarebbe stato fatto non a caso.

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è stato iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di istigazione al voto di scambio in relazione alle sollecitazioni fatte per il ‘sì’ al referendum in un incontro con i sindaci alla vigilia della consultazione. Il passaggio del fascicolo dal modello 45 (fatti non costituenti reato) al modello 21 per l’ipotesi, appunto, di istigazione, viene spiegata dagli inquirenti con la necessità di svolgere alcuni interrogatori di persone informate sui fatti.

Nei prossimi giorni il pm Stefania Buda, titolare dell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino, interrogherà altri testimoni. Secondo quanto si è appreso il magistrato dovrebbe ascoltare in particolare esponenti del comitato per il Sì al referendum per la riforma costituzionale nonché gli organizzatori dell’incontro tra De Luca e i sindaci della Campania. Tra gli esponenti del comitato figurano anche Piero De Luca, figlio del governatore della Campania e Francesco Nicodemo. Il pm potrebbe interrogare anche alcuni sindaci che presero parte alla riunione. L’indagine potrebbe essere estesa anche ad altri analoghi incontri organizzati in diverse località della regione; non risulta tuttavia che esistano altre registrazioni di tali incontri diversamente da quello avvenuto a Napoli all’hotel Ramada.